Spesso brontolo e mi lamento, oggi invece festeggio la mia prima ufficiale uscita senza stampella al seguito: da casa al vivaio, a piedi, andata e ritorno, senza perder pezzi per strada e lanciando solo ogni tanto qualche improperio ai marciapiedi costruiti in pendenza. Ahia.
L’importante però è che a forza di un passo, un ahia, un passo e un altro ahia sono arrivata a destinazione e per celebrare il traguardo assieme a mia mamma che mi accompagnava abbiamo scelto e adottato due piantine, una veronica mignon e un solanum con le bacche tondoline di un bel rosso acceso.
Al momento sono ancora alle prese con la terapia anti-dolore, dopo che tutte le altre precedenti avevano dato solo tiepidi risultati. Il fisioterapista che mi segue ora ha rivisto e corretto alcuni degli esercizi di rinforzo e di rieducazione al passo che mi erano stati insegnati, perfezionandoli in modo che siano più efficaci… che equivale a più dolorosi da eseguire, ma se questo servirà ad accelerare la guarigione ben venga!
Finita la terapia ho ben tre palestre a disposizione per una mezz’oretta: dopo i primi minuti a curiosare tra mille attrezzi misteriosissimi mi sono dedicata seriamente a cyclette e tapis roulant. Quest’ultimo mi incute parecchio timore, complici tutti quegli orripilanti video su YouTube in cui gente senza cuore immortala figliolanza, amici, parenti, cani, gatti e criceti che si sfracellano sgraziatamente facendosi oggettivamente un male porco, tra l’ilarità esclusiva dell’impietoso film-maker.
Io vado alla velocità di una tartaruga ottuagenaria, fissandomi continuamente i piedi, nonostante l’allettante immagine di un bosco incantato a tutta parete che ho davanti.
Il fisioterapista, oltre a pigiare con gran entusiasmo sul pulsante che aumenta la velocità del tapis roulant, mi ha spronato a camminare, cercando di andare oltre il dolore, senza imparanoiarmi a pensare che se mi fa così male è perché sicuramente mi si sta per staccare la gamba o qualche altra immane disgrazia. La stampella me la porto dietro quando devo prendere l’autobus, un po’ per impietosire la gente a non urlarmi contro se ci metto un minuto a scendere il gradino, un po’ per stabilità. È frustrante metterci eoni per arrivare in fondo a un isolato e i gradini in discesa restano il male assoluto: ho visto vecchiette accropicchiarsi creando improbabili diagonali ed incroci di arti per salire e scendere i maledetti scalini e ammetto che le ho osservate attentamente per trarre qualche spunto ed evitare il peggio.
Vorrei tanto riuscire a godermi un bel tramonto sul mare, prima o poi, oggi intanto sono tornata in mezzo alle piante del vivaio, in barba alle solite previsioni meteo da allerta gialla… infatti c’era un sole splendente.
Cercando di non farmi trasportare a tal punto dall’entusiasmo da finire in una buca, ho salutato tutte le piantine che riconoscevo e ho cercato i cartellini di quelle di cui non sapevo il nome, tanto li dimentico comunque, ma ci provo lo stesso a memorizzarne qualcuno in più.
Ero attratta dalla salvia, ma alla fine la mia passione per tutto ciò che ha delle bacchette rotonde dai colori tipicamente autunnali ha vinto, facendomi scegliere il solanum. La veronica è venuta a casa con noi perché non si può comprare una piantina sola, devono farsi compagnia, poco importa se mia mamma l’altro giorno ha saccheggiato la mensolina delle mini eriche. Non si poteva resistere, giuro.
Prossimo obbiettivo quindi tramonto sul molo Audace: le giornate si accorciano a vista d’occhio, non sento ancora nell’aria il profumo della mia stagione preferita, ma è vicina.
applauso!!
Ciao Dani, grazie! 🙂
Dai che ce la fai. Aspetto il tuo tramonto dal molo Audace con massima invidia.
Documenterò il grande evento, promesso 😉
Evviva!
Se ci prendo gusto adesso non si riuscirà più ad uscire sul terrazzo 😁