Nel dicembre dell’anno scorso, quand’ero ancora talmente novellina da dover pregare un amico di farmi un corso accelerato di controller per PlayStation perché confondevo i comandi L2/L3 e R2/R3 (che in un gioco complesso come Red Dead Redemption 2 equivale a disastro garantito), scrivevo:
Red Dead Redemption 2 non si può definire banalmente videogioco, è troppo riduttivo. Si tratta di un vero e proprio mondo virtuale dove, attraverso il protagonista, puoi andare dove vuoi, quando vuoi e come vuoi: puoi cavalcare, esplorare, risolvere misteri, andare a caccia e a pesca, fraternizzare con gli altri membri della gang e poi ovviamente c’è la parte d’azione che comprende rapine, furti, assalti a treni e diligenze, risse nei saloon, scontri con bande rivali, fughe dalla legge e dai cacciatori di taglie.



Dopo averci abbondantemente giocato, confermo e sottoscrivo: Red Dead Redemption 2 non è soltanto un videogioco “di cowboy” fatto a regola d’arte, ma piuttosto un capolavoro che può piacere moltissimo anche a chi del mondo western non glien’è mai fregato una cippa, proprio come a me.
Se non volete spoiler, non leggete oltre
L’aspetto della violenza è presente, inutile negarlo: mi è capitato di parlare con la figlia di una conoscente per convincerla che il fratello facesse bene a mandarla via mentre lui giocava, perché certe scene sono oggettivamente un po’ troppo brutali per una bambina. In alcuni momenti sono rimasta un po’ sconvolta persino io, tipo la faccenda del serial killer con la passione per gli svisceramenti o quella del tizio che cerca disperatamente il suo amico durante una tempesta di neve e ti chiede aiuto: eh, l’amico te l’ho anche ritrovato, o meglio, quello che ne rimane, ma sul più bello arriva pure un orso affamato che se non fai in tempo si mangia il tizio, o in alternativa te (e quei poveretti spappolati nella casa su cui è atterrato un meteorite? Che shock!).



Non è stato certo questo però a coinvolgermi e tenermi incollata alla poltrona come neanche la miglior serie tv di tutti i tempi è mai riuscita a fare: è stato tutto il resto! L’evoluzione di Sadie Adler, vedova inconsolabile che cerca vendetta, il rapporto di amicizia e lealtà commovente che lega Arthur ad alcuni membri della gang, i paesaggi dettagliatissimi e la possibilità di interagire con il mondo circostante come se fosse reale: le persone si ricordano di te e si comportano di conseguenza, può piovere anche per giorni interi di fila, se non ti lavi puzzi e la gente -oltre ad evitarti- fa commenti, se non mangi dimagrisci, se non dormi scleri, i soldi te li devi in qualche modo più o meno onesto guadagnare, capelli e barba crescono, se ti vesti troppo leggero quando fa freddo ti congeli, se non pulisci le armi iniziano a funzionare male, se tratti bene il tuo cavallo ti sarà riconoscente (ma non lo farà diventare coraggioso, quindi non esiterà comunque a disarcionarti e a fuggire se qualche predatore si avvicina troppo).
Sembra di vedere un film, con la possibilità di guidare a proprio piacimento il protagonista. Anche la colonna sonora è magnifica.



L’inizio della storia è un po’ pilotato, serve a far prendere dimestichezza con il mondo circostante, con i personaggi, con il loro stile di vita da fuorilegge e con le vicende avvenute prima.
Arthur Morgan, il protagonista, non è certo uno stinco di santo quando noi giocatori facciamo la sua conoscenza. La decisione però ad un certo punto arriva: vuoi essere spietato e dedicarti alle rapine, assaltare treni e diligenze, diventare un cacciatore di taglie e uccidere tutti quelli che non ti aggradano? Lo puoi fare, pagandone le conseguenze. Scopri di avere una coscienza e vuoi redimerti? Bene, allora inizia a fare ammenda: niente risse, rigare dritto, qualche buona azione qua e là quando capita l’occasione. C’è sempre qualcuno della gang che puntualmente ti farà deviare dalla retta via, ma le opzioni rimangono se decidi di comportarti in modo onorevole, tant’è che sono previsti scenari diversi a seconda delle scelte che si è deciso di portare avanti e, di conseguenza, finali multipli.



La mia parte preferita è stata l’esplorazione, e i cavalli, ovvero esplorare a cavallo. Mi sono piaciute un sacco anche certe missioni secondarie, una boccata d’aria rispetto a quelle principali che prevedevano quasi sempre un massacro.
Alcuni personaggi li ho trovati azzeccatissimi, di quelli a cui ti affezioni fin da subito, primi fra tutti Sister Calderon, che mi ha fatto quasi venire i lucciconi: fosse stata un’attrice in carne ed ossa, una nomination agli Oscar ci stava tutta!
Altra menzione d’onore al fotografo imbranato, Albert Mason, a cui Arthur -tra l’esasperato e il divertito- salva la vita ad ogni singolo incontro.
Con un gioco così complesso, non sono mancati certo tutorial e forum che elencavano trucchi e curiosità: ho scoperto delle chicche che probabilmente mai avrei saputo altrimenti, ho visto gente, ho fatto cose… .
La prima volta che ho giocato ero veramente una schiappa totale: mi sparavano addosso e mi rapinavano ad ogni passo, sono precipitata in un burrone, mi sono data accidentalmente fuoco per aver calcolato male dove lanciare una bomba incendiaria, sono morta assiderata, mi hanno divorata i lupi, mi ha mangiata un coccodrillo, sono annegata, sono finita sotto un treno e come se non bastasse ero la preda preferita di tutte le gang rivali e dei cacciatori di taglie di passaggio.
Dovrò decidermi prima o poi a prender coraggio e familiarità con sparatorie ed inseguimenti a cavallo schivando pallottole (senza finire contro un albero possibilmente), ma c’è talmente tanto da scoprire ancora che dubito mi affretterò più di tanto.
Ah sì, è vero, mi sono pure schiantata a tutta velocità contro un albero mentre scappavo a cavallo. Il cavallo è morto, Arthur stranamente no, è solo volato di testa in una palude (mmm, ora che ci ripenso forse è stata quella la volta che il coccodrillo ha trovato il pasto pronto).



La seconda volta invece non ce n’era per nessuno: tramite Arthur mi sono presa tutte le rivincite possibili e mi sono goduta molto di più sia il gioco in sé che tutto il contorno. Niente più stress, ormai le missioni le conoscevo (ma gli imprevisti rimangono perché molte interazioni sono casuali e non mi erano nemmeno mai capitate durante il primo gameplay), ho disabilitato i sottotitoli in italiano e disattivato ogni possibile distrazione, rendendo l’esperienza di gioco il più immersiva possibile. Sapevo già cosa sarebbe successo nella trama principale, quella inevitabile, quindi mi sono trattenuta più a lungo nei primi capitoli e ho evitato del tutto l’epilogo che, pur avendo varie missioni divertenti in stile “giochiamo alla fattoria” e “costruiamo il nostro ranch”, mancava di un elemento imprescindibile: Arthur.
Che ci gioco a fare a Red Dead Redemption 2 se mi togli Arthur?
Dannata tubercolosi!



Oltre ai cavalli, che ho adorato anche in questo mondo virtuale, in Red Dead Redemption 2 ci sono i treni. Nel post precedente scrivevo che “i treni sono fantastici e ovviamente ci si può salire, sia in veste di bandito per derubare i malcapitati che da semplice passeggero”… poi ho scoperto che si possono pure guidare (rubandoli), ma occhio che gli uomini di legge faranno di tutto per mostrare la loro disapprovazione: se sopravvivi e li fai fuori tutti prima che loro facciano fuori te ti aspetta un viaggio panoramico attraverso diverse zone della mappa, che consiglio di godersi in modalità cinema, che permette di cambiare a piacimento inquadratura tutte le volte che si vuole.



È davvero impossibile condensare in un solo post (o due, o dieci se è per questo) tutto quello che potrei dire su Red Dead Redemption 2: avendone la possibilità, avrei modificato tanto, al punto da eliminare del tutto certe dinamiche, ampliandone invece altre (ma allora sarebbe stato un gioco completamente diverso, che forse poco avrebbe avuto a che fare in effetti con la redenzione).
[…] certo, se ci fosse un pulsantino da premere per disattivare tutte le sequenze che prevedono uccisioni sanguinolente e sparatorie super adrenaliniche lo premerei spesso. Forse continuerò a pescare, cavalcare, cercare ossa di dinosauro (Arthur ha incontrato una paleontologa che gli ha chiesto aiuto per rintracciarle tutte), acchiappasogni appesi ai rami degli alberi, piantine per preparare tonici miracolosi, tesori abbandonati e animali leggendari […]



Ho sfruttato un glitch, cioè in pratica ho forzato il gioco grazie ad un malfunzionamento segnalato su Reddit, pur di riuscire a completare la missione della paleontologa con Arthur invece che con John.
Ho esplorato tutte le zone accessibili della mappa in cerca di tesori, misteri, animali leggendari ed incontri con personaggi più o meno strani e curiosi.
A volte ho semplicemente passato il tempo seguendo la vita quotidiana di Arthur all’accampamento in una giornata tranquilla (senza missioni quindi): scrivere e disegnare nel diario, bere una tazza di caffè all’alba con Abigail e Sadie, cacciare o pescare per portare a Pearson qualcosa da mettere nello stufato, fare un salto in città per sbrigare delle commissioni e dopo al saloon per un whisky, strigliare Noro Lim e concedersi una bella cavalcata, raccogliere erbe e bacche (possibilmente non velenose) nei dintorni, lanciare una battuta sagace diretta a John, stuzzicare Kieran e prendere in giro Sean, far sentire in colpa Uncle perché passa tutto il tempo a bere con la scusa della lombalgia, schivare i vaneggiamenti del reverendo Swanson, girare al largo da Leopold Strauss, ascoltare i divertenti racconti di Trelawny, calmare Tilly e Karen esasperate da Miss Grimshaw, ignorare la povera Molly, mandare un cenno di saluto a Lenny, controllare che il piccolo Jack stia bene, spaccarmi la schiena tagliando la legna, scambiare qualche confidenza con Mary Beth, sedermi con Hosea e Charles la sera davanti al fuoco a raccontarsi storie del proprio passato mentre Javier fornisce un’appropriata colonna sonora con la chitarra, fare di tutto per evitare quella serpe di Micah, l’idiozia di Bill o i deliri di onnipotenza di Dutch.



Concludo ribadendo che mai e poi mai nella vita avrei pensato mi sarei potuta dedicare così volentieri ad un videogioco di questo genere quindi, se pensate di essere immuni, non contateci troppo: potrebbe arrivare da un momento all’altro quell’unico, inaspettato, insospettabile ed apparentemente innocuo videogioco a fregarvi.






Se vi ho messo curiosità, date un’occhiata al sito ufficiale e alla mia playlist su YouTube. Vi lascio anche il link ad un articolo interessante che ho letto tempo fa, Il cavaliere delle pianure.
Mi hai fatto venire nostaglia del gioco!! L’ho finito ancora l’anno scorso prima di Natale e come te l’ho rigiocato subito perchè avevo scoperto che mi ero persa un sacco di missioni extra nella fretta.
A me le parti d’azioni sono piaciute particolarmente e quelle in cui bisognava spostarsi continuamente a cavallo invece mi sono sembrate un pò ripetitive anche se gli scenari erano mozzafiato e super verosimili.
Mi è venuta una curiosità visto che non ne hai parlato: hai giocato anche a Red Dead Online? Io no, non so.. non sono sicura che ne valga la pena, di creare un tuo personaggio e continuare a fare sempre le stesse cose, no? Forse gli ultimi aggiornamenti hanno aggiunto qualcosa di più unico e magari ci darò un’occhiata. Se ci hai giocato sarei curiosa di vedere com’era il personaggio che hai creato. 😉 Comunque anche a distanza di tanti mesi e avendo giocato nel frattempo a diversi altri giochi sono d’accordo con te che questo era un capolavoro. Ma adesso non giocherai più finchè tieni la Play del tuo amico, nno ti ispira proprio niente altro? Vuoi qualche consiglio? 😀
Ah, io ho macinato chilometri sia a piedi che a cavallo, senza annoiarmi mai.

A Red Dead Online non c’ho proprio giocato, l’ho solo provato per curiosità, ma non mi ha appassionato, credo che il multiplayer non faccia per me, preferisco il single player. Ho fatto uno screenshot al mio alter ego, così soddisfo la tua curiosità. 😉
Altri giochi: non saprei. Mi stuzzicava Shadow of the Tomb Raider e ho provato la demo di Detroit Become Human, ma non ci spenderei dei soldi, ecco. So che sei esperta, per cui se mai cambiassi idea ti chiederò sicuramente qualche dritta.
Mi piace la tua “cowgirl” 👍
Shadow of the Tomb Raider è fichissimo te lo straconsiglio, Detroit become human non è tanto il mio genere, troppo rallentato da tutte quelle scelte, preferisco azione spiccia tipo The last of us o Days gone.
Avevo già guardato video di gameplay di entrambi i giochi che hai nominato: grafica pazzesca, ma troppo espliciti e senza possibilità di mediare il livello di truculenza 😕
Cerco qualcosa che abbia quella qualità a livello di grafica, che sia open world, ma non violento. Esiste?
Sto cercando di far mente locale tra la lista dei miei giochi preferiti ma è difficile trovarne uno con tutti e 3 quei requisiti. Però se hai giocato a RDR2 un pò di violenza la tolleri giusto? 😉 Mi vengono in mente God of war, Uncharted, Horizon Zero Dawn, Shadow of the colossus, Spider man.. vedi tu..
A Shadow of the Colossus ci avevo giocato tanti anni fa, bellissimo.
Grazie mille!
PS: avevo letto del glitch per andare nella zona della mappa di New Austin con Arthur prima che con John nei due capitoli finali ma mi sembrava troppo sbattimento e ho lasciato perdere. Tu hai avuto più pazienza di me!! 😁
Sì, dover rifare quella specifica missione ogni volta che si voleva andare in New Austin con Arthur era un’autentica seccatura, ma ci tenevo.
Ally, fino alla fine del mese puoi scaricare gratis la digital deluxe edition di Detroit become human se hai l’abbonamento Ps plus!!
Grazie Laura, per puro caso ho letto ieri di questa possibilità e l’ho subito scaricato sull’account dell’amico che mi ha prestato la PlayStation. La demo mi era piaciuta, son curiosa.
Ottimo, un affare! Quasi quasi gli dò una chance pure io 😀