Ho letto moltissimo in quest’ultimo mese, da libri con titoli come Anxiety for Beginners e The Discomfort Zone ad articoli su The Guardian nella sezione Health & Wellbeing a rubriche su The Pool scritte da donne che hanno affrontato e stanno affrontando problemi di salute mentale come ansia e depressione o più semplicemente apatia stagionale o questioni di non poca importanza riguardo all’ambito lavorativo. Tutto questo perché gennaio e febbraio sono mesi difficili e aiuta non sentirsi soli almeno in questo modo.
Ho anche divorato manuali, guide e tutorial fai-da-te su caminetti elettrici, stufe senza canna fumaria, bioetanolo e metodi più o meno fantasiosi ed alternativi per riuscire ad avere una temperatura in casa che non mi obblighi a vestirmi con quattro strati addosso per non sentirmi perennemente congelata. Tra i 16°/18° gradi nelle stanze, tra 7°/9° nella verandina attualmente adibita a cella frigorifera. Questo non sarebbe niente se il disagio non fosse arrivato a braccetto con un conguaglio da capogiro e delle bollette esorbitanti anche per le spese dell’acqua calda: bisogna pagare il doppio per avere più freddo, mi pare geniale. Questo adeguamento obbligatorio per legge, con valvole termostatiche e conta-calorie, è stato proprio un affare!
Non nego di essere arrivata vicinissima all’idea di traslocare, vendere ed andare di nuovo in affitto (possibilmente con il riscaldamento autonomo): così vicina che è venuto un agente immobiliare a valutare l’appartamento e son state prese le misure di una casa con vista mare e terrazzone e si è passato un pomeriggio in un negozio di mobili fornitissimo a valutare mille opzioni diverse (oltre a non volermi più alzare dal divano dei miei sogni: grigio/blu, con tanto di chaise longue incorporata, comodissimo e… costosissimo, sigh).
Settimane così, passate a fare e disfare, con metro e planimetrie in mano, a pensare e ripensare, a non dormire perché chissà se è la decisione giusta, e intanto nel famigerato piano di sotto rimasto disabitato neanche il tempo di una gestazione stan già facendo lavori di ristrutturazione e diosolosa chi verrà ad abitarci.
Alla fine preparare le foto per l’eventuale annuncio dell’agenzia immobiliare mi ha fatto capire, molto banalmente, che lasciare una casa per fuggire da una situazione disagevole mi è successo già due volte e vorrei fosse possibile trovare una soluzione alternativa, sia per il problema del freddo che per quello dei rumori molesti. Il terrazzone vista mare è stato accantonato con non poca difficoltà e non poca gastrite, prontamente arrivata a segnalarmi che mi stavo preoccupando troppo. Poteva bastare, ma invece no e adesso devo ricominciare a fare accertamenti in ospedale per via di alcuni esami che rivelano un potenziale problema a livello gastrointestinale e questa preoccupazione ovviamente fa salire di diverse tacche il livello di ansia. Il fatto che stia da giorni (ma sembrano mesi) soffiando bora a 130 km/h con pioggia mista a neve e siano previste temperature in picchiata tipo -10° con freddo gelido siberiano non mi permette di trovare sfogo nelle mie abituali modalità e mi costringe invece a casa con una febbriciattola indecisa sul da farsi e una smania di mangiare continuamente patatine… più del solito, ecco.
Oggi e domani c’è persino un evento dedicato al mio tuberino preferito da Eataly (giuro, la Festa della Patata) e io sto qua a chiedermi se magari, dai, forse, giusto una capatina e poi arriva l’ululato della bora che sta staccando cornicioni / sradicando alberi / portando a spasso cassonetti / ribaltando motorini e causando una marea di disagi e la neve sta attecchendo persino nel Parco di San Giovanni e il 37.2 non molla e ma dove vado??!!
So che non è molto d’aiuto ritornare col pensiero alle ultime giornate “buone”, quelle in cui mi sono sentita “bene quanto basta” per realizzare il “desiderio del giorno”, ma mi ritrovo spesso a riguardare le fotografie dei due pomeriggi trascorsi a Portopiccolo e a Sistiana, di quelli passati tra le bancarelle dei mercatini natalizi o sulla terrazza del Palazzo del Municipio ad ammirare Piazza Unità d’Italia addobbata, forse per convincermi che anche questa volta è un momento, è temporaneo, starò di nuovo meglio e arriverà la primavera e non può piovere per sempre.
Intanto nevica!
Spero che la Bora passi presto. Sia quella interiore la versione simpaticona che porta in giro i cassonetti.
Ti mando un abbraccio caldo, caldissimo dalla mia gelida città (ieri ha nevischiato in mattinata) e se posso osare un consiglio, continua a guardare le foto dei momenti belli, quelle condivise da altri che fan viaggiare lontano e progetta, sogna e credici perchè tornerà presto anche la primavera 🙂
Un sorriso da qui 🙂
Camilla
Pare che la bora sia calata, ora vediamo se arriverà la neve.
Mi sa che lo seguirò proprio il tuo consiglio, sai? Sto già pensando a “Trieste In Fiore” e a “Horti Tergestini” e alle ipomee che pianterò sul terrazzo… .
Ti mando un abbraccio! ❤
Ci sei andata alla festa del “tuberino”? 😀 Chissà quanti doppi sensi saran circolati.. ehm ehm.. 😀
Ma non c’è mica nulla di male a riguardare le foto delle belle giornate trascorse perchee sono piene di bei ricordi e secondo me ti aiutano a farti coraggio e recuperare le energie per i momenti buoni che torneranno presto, vedrai!!
Un bacione!!
Ciao Bea. Niente tuberin-party, la febbrucola e il mal di stomaco hanno avuto la meglio stavolta, coadiuvati da temperature artiche e bora record. Speriamo sia stato un tale successo che decidano di farla diventare una tradizione annuale. 😉
Grazie!