S’era creato un discreto parapiglia su Twitter a causa della totale assenza di notizie sulla 15esima edizione di Trieste In Fiore e i dubbi iniziavano a farsi attanaglianti: ma quest’anno si farà? Si chiede a destra e manca, si twitta e si ritwitta, finché ci arriva la conferma ufficiale direttamente dal Comune di Trieste: Trieste In Fiore ritorna anche quest’anno, dal 16 al 23 marzo.
Appena diffusa la data d’inaugurazione, le previsioni del tempo fanno sapere che mercoledì 16 soffierà bora forte, quindi farà molto freddo, ma serve ben altro per scoraggiare me e la mia ciurma, infatti nel primo pomeriggio e in quelli seguenti siamo lì, in Viale XX Settembre, pronti a tuffarci tra piantine aromatiche, agrumi siciliani, ulivi secolari, camelie, rododendri, tulipani e nuove affascinanti scoperte come l’erba dell’immortalità (che costa solo 10 euro, per voi aspiranti Highlander), l’abrotano perenne e il fuoco d’amore (meglio s-conosciuto come Lychnis calcedonica).
In realtà la prima affascinante scoperta avviene davanti ad un banchetto che, in lontananza, sembra avere in esposizione palloni da rugby con ciuffetti d’erba attaccati: avvicinandoci con cautela scopriamo che si tratta dei bulbi giganti della Scilla, una pianta sempre verde che di sicuro non manca di farsi notare.
Imprevedibilmente, a differenza degli anni scorsi, questa volta non abbiamo arricchito la simpaticissima signora scozzese che vende le rose inglesi, nonostante il notevole ed apprezzatissimo profluvio di rose viola, tra cui una delle mie preferite che immortalo sempre devotamente quando è in fiore al Parco di San Giovanni (la Blue For You). Non è scattato l’innamoramento per cui, dopo averle annusate e fotografate senza lesinare, abbiamo fatto ciao ciao con la manina alla signora scozzese e la spedizione è proseguita.
Le recenti missioni pro elleboro rosa forever & everywhere avevano lasciato parecchio a desiderare, ma neanche loro mi hanno convinta all’acquisto. Il fatto è che io sono attratta ogni volta da ciò che non posso oggettivamente comprare, perché non è molto realistico creare un frutteto o un agrumeto sul terrazzo, e quindi mi limito ad osservare con cupidigia gli stecchetti rachitici delle piante da frutto.
Ma… e questi cosa sono? Guarda che amori, dei piccoli frutti esemplari: qui ci è partita un po’ la ridariola, pensando ai vari modi in cui si potrebbe prendere ad esempio dei fruttini, perché era troppo banale pensare a cosa intendesse dire veramente il cartello.
Allo stand delle piante aromatiche e dei peperoncini c’è stata un’altra lunga sosta: se con mia mamma si fa notte in mezzo alle rose, col mio amico neo allevatore di peperoncini piccanti abbiamo messo radici davanti ai fornitissimi espositori, stabilendo validi criteri (lui), scegliendo in base al nome più minaccioso (io). Per fortuna è arrivata in nostro soccorso l’esperta e dopo pochi finali tentennamenti si compra uno dei peperoncini più piccanti del mondo – universo – galassia: mi viene affidato in mano qualche minuto per questioni di assenza di altre mani libere a disposizione e dev’essere stato uno spasso vedere la spensieratezza con cui lo reggevo, come fosse un sacco pieno di tritolo. Quando l’addetta mi ha consigliato di non sfregarmi il viso in caso avessi accidentalmente toccato le foglie se non volevo finire in ospedale, ho sorriso bonariamente e altrettanto prontamente ho restituito il sacchetto incriminato tra le mani del temerario compratore.
Carolina Reaper, ve lo dico se volevate saperlo: ci sono dei video su YouTube di gente che se ne spara uno intero e poi sta malissimo… io preferirei orientarmi verso un innocente limone caviale bianco, di cui tra l’altro ignoravo beatamente l’esistenza fino a quando ho adocchiato questo eloquente avviso e ho letto che un chilo può arrivare a costare 120 eurini. Mi sa che non lo compro.
Durante la spedizione di domenica pomeriggio mi sono ritrovata con una doppia missione: consigliare la mia amica in procinto di traslocare su quali piante scegliere per farle compagnia oltre alla gatta -convincendola allo stesso tempo che il suo pollice viola potesse diventare quantomeno verdognolo- e scoprire quali fossero i fiorellini misteriosi che Liny voleva comprare, ma di cui non ricordava il nome.
Entrambe le missioni sono state compiute con successo: nell’appartamento nuovo verranno sapientemente posizionate una gardenia ed una calla, e Liny si è portata a casa quattro piantine di… aspetta che riapro Google che non riesco a memorizzare ‘sto nome… mesembriantemo, due arancioni e due viola.
Ma quindi alla fine sono tornata a casa a mani vuote? Certo che no!
Ho girato attorno alla mia preda, indecisa su quale scegliere, e decisiva è stata la spiegazione del venditore: quella a foglia argentata ha i fiori profumati, mentre l’altra ha profumate anche le foglie. Il fatto poi che l’altra venisse accompagnata da un appropriatissimo vaso viola in tinta non ha in alcun modo inciso sulla mia scelta. 😉
Lavanda dentata inglese, preparati al trasloco!
Wow!!! Foto fantastiche e troppo divertenti i tuoi racconti sulle varie spedizioni. Anch’io ti avrei “sfruttata” come consulente, chissà cosa avrei portato a casa sennò!!! O_o
“Sfruttami” pure anche a distanza se vuoi, e grazie! 🙂
Che meravigliaa 😀
Vogliamo una foto della nuova arrivata!!
ps: sappi che chiederò la tua consulenza, appena riuscirò a svuotare le fioriere da tutta la terra mista a schifezze che mi han lasciato in eredità i precedenti proprietari!! ^^
:*
La foto della lavanda arriverà non appena riuscirò ad accedere al terrazzo (bora con raffiche a 120km/h da stanotte). :-/
Mi piace essere richiesta come consulente, anche se in realtà non mi sento un’esperta: ci metto tanta passione e buona volontà, diciamo così. 😉 Chiedi pure!
Che meraviglia, ci sono passata anche io oggi in pausa pranzo, ma non ho potuto prendere niente… mi sa che ci devo tornare!!!
Se passi oggi occhio a non volare via! Verso cosa eri orientata? (io curiosa peggio di scimmietta) 😛