La fiera di San Nicolò arriva a Trieste il primo giorno di dicembre da quando ho memoria, e da molto tempo prima che ne potessi avere, accompagnata il più delle volte dalla bora ed immancabilmente dal profumo di caldarroste e mele caramellate.
Il Viale XX Settembre si trasforma tra luci e palloncini mentre triestini e turisti lo percorrono partendo dai portici arrivando fino al Teatro Rossetti, curiosando tra le bancarelle, facendo qualche acquisto, forse semplicemente per abitudine o tradizione.
Negli ultimi anni, oltre a dolciumi e giocattoli, si sono aggiunte bancarelle alternative ed “esotiche” che fanno storcere un po’ il naso ai più tradizionalisti, ma la fiera mantiene il suo carattere e si evolve negli anni.
Quando la fiera di San Nicolò arriva agli sgoccioli sono già pronte le casette di legno del mercatino di Natale per le vie del centro di Trieste che quest’anno per la prima volta conquistano anche Piazza Unità d’Italia, disponendosi a semicerchio sotto il palazzo del Municipio, fiancheggiate dagli abeti illuminati a festa.
Le previsioni danno neve per il ponte dell’Immacolata: io ci spero sempre, perché di pioggia e bora sono ben che stufa.
Se proprio non dovessi riuscire ad andare in esplorazione nei prossimi giorni, ho un piano alternativo a base di un buon libro, di una tisana calda, delle mie nuove ciabattine natalizie pelose e della copertina più morbida che ho assieme a cui piazzarmi sul divano proprio davanti all’alberello illuminato. Non male, ma se riuscirò ad aggirarmi per le bancarelle del mercatino sarò assai più contenta!
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Mooolti anni fa c’erano oltre alle caldarroste e le mele caramellate anche i “musoli” ed i “petorai”. Chi lo sa cosa sono ?
I “musoli” credo siano tipo “pedoci”, ma i “petorai” non li conosco. Quanto vorrei fare un salto indietro nel tempo e vedere com’era la fiera una volta.
I musoli o muscoli sono dei bivalve che esternamente sembrano un sasso molto irregolare e contengono una sorta di vescica piena d’acqua. I petorai erano piccole pere caramellate leggermante, tenute calde nello sciroppo zuccherato e servite infilzate su uno stecco a mo’ di spiedino.
Aggiungo per completare. C’ erano anche i “caramei”, frutta secca, fichi, albicocche, ricoperti di zucchero cristallizzato e infilzati su uno stecco.
Grazie mille per questo sguardo nel passato, molto interessante, peccato certe cose si siano perse nel tempo.