Cominciano a diffondersi le luminarie natalizie nelle vie principali del centro mentre il profumo di castagne sospinto dalla bora (dicono sia scirocco forte, tsè) s’intrufola tra sciarpa e naso ricordandoti che siamo a metà novembre ed è tempo di tornare al mercatino di Natale Francese, dopo il successo riscontrato lo scorso anno qui a Trieste.
Il mercatino rimarrà allestito nella bellissima cornice offerta da Piazza Sant’Antonio fino al 1° dicembre, giusto in tempo per dare il cambio alla tradizionale fiera di San Nicolò, tanto cara ai triestini.
Sempre nell’ottica di approfittare delle poche ore di tregua concesse da un meteo impietoso, sabato pomeriggio mi sono concessa un giretto tra le bancarelle, ben consapevole che la prima casetta tutta addobbata a festa con i saponi profumati e la lavanda in bella mostra sarebbe probabilmente stata l’unica a cui avrei ceduto.
Così è stato, quasi. L’anno scorso avevo comprato solo un paio di saponette, alla lavanda classica e al papavero, pentendomi poi di esser stata così parsimoniosa. Ho rimediato quest’anno prendendo un po’ di tutto -evitando accuratamente il gelsomino (mia mamma lo adora, secondo me puzzissima, ma tant’è)- in confezione mini, più una scorta di lavanda che mi piace a tal punto da sistemarla dentro gli armadi, così tutti i miei vestiti profumeranno di campo di Provenza, ehe.
In realtà poi ci sono stati altri acquisti non preventivati ed alcuni proprio del tutto inaspettati, tipo lo scalogno (partito stamattina da Parigi, arriva direttamente da Chamonix… ti credo, caro omino, lo prendiamo) o i burrosissimi biscotti bretoni con ripieni di mela, limone, marmellata varia ma soprattutto cocco, per cui vado pazza. Peccato mi fossi dimenticata che i bretoni mettono la cannella anche sul pollo arrosto e ho rischiato la vita: considerando che avevo appena quasi perso una mano per colpa di un simpaticissimo cagnolino divora-ditini che prima ti cerca per le coccole e poi ti azzanna, direi che è stato un pomeriggio ad alto rischio.
Anche questa volta i celebri macarons si son dati alla macchia, risultando i grandi assenti più richiesti alla boulangerie dove comunque facevano bella mostra croissants e baguettes a volontà; io -da anglofila appassionata e coerente- ho buttato l’occhio sulle ciambelline glassate tipo donuts, invitanti quanto -ahimé- proibite per la solita triste questione delle intolleranze alimentari canaglie.
Non mancano ovviamente spazi espositivi dedicati ad altri prodotti tipici d’Oltralpe, dai profumi ai vini, dallo champagne alle ostriche, dalle tovaglie alle candele, per cui vale la pena farci un salto, se non per indugiare negli acquisti almeno per godersi l’atmosfera ed assaporare gusti insoliti.
Sei riuscita ad andarci lo scorso week-end? Io volevo, ma avevo troppi impegni “mondani”, quindi ho detto passi per il prossimo! Dopo aver letto il tuo post non vedo l’ora ci immergermi in questo posticino tutto francese 🙂
Non era in programma, ho fatto il classico “scampon”, come si dice da queste parti. 😉
Secondo me è meglio andarci durante la settimana, ci sono più probabilità di trovare i macarons (e magari anche il tuo Reblochon).
Se riesco vado venerdì mattina! Ci spero tanto di trovarlo, il Reblochon, visto che l’anno scorso non c’era. Non mi resta che incrociare le dita 😀
Che meraviglia!!! *-*
Già! Subisco sempre più che volentieri il fascino dei mercatini. 🙂