Rimarrà qualche impavida fogliolina dopo che la bora avrà finito di spazzare la città? Se da una parte sono grata al vento che ha scacciato via la nebbia, dall’altra temo fortemente che le mie sessioni fotografiche in mezzo agli alberi in veste autunnale possano finire prematuramente.
Si sono alternate giornate di sole quasi primaverili ad altre che più uggiose e malinconiche non si può. Ma anche col cielo grigio su (foglie gialle giù, come cantavano i Dik Dik) si portano a casa un bel po’ di colori ed una discreta soddisfazione nel vedere che i miglioramenti post fisioterapia continuano, seppure con qualche pit stop ogni tanto.
Il protagonista indiscusso, non solo per la vicinanza fisica a casa, è il Parco di San Giovanni, consacrato ormai oltre che a luogo del cuore a metafora di salvezza: ci vado quando sto bene, ci vado quando sto male. Qualcosa si smuove sempre, come una terapia.
Ero più concentrata su bacchette e cinorrodi, ma mi sono fermata nel roseto a passeggiare e di rose ce n’erano parecchie, ancora belle in fiore, profumate e rigogliose.
Devo ancora stare attenta però a non farmi distrarre troppo e guardare un po’ più spesso di quanto facessi di solito per terra, onde evitare altre cadute rovinose. Il terreno, dove non c’erano foglie o ghiaia, era principalmente costituito da ghiandine, bellissime e scivolosissime. Come si dice qua a Trieste: ocio! (Occhio! Attenzione!)
Anche al di fuori del parco sono sempre alla ricerca di segnali di conferma che siamo nella stagione che amo: ogni angolino per strada può riservare un regalo.
Con l’incertezza del tempo mutevole, ogni ora passata all’aperto è una conquista, che sia in mezzo a cinorrodi e rose, a dei fiorellini selvatici, agli ormai famosi maloreddu o ad un cespuglio di ortensie sfiorite.
Per non farsi mancar niente, ci si aggira fino all’ora del tramonto e lo si ammira dal punto giusto, il più strategico: tanti nuvoloni minacciosi, il mare, Trieste, gli alberi. Io sono a posto così, grazie!
Fortuna vuole che un pochino di sole alla fine arrivi a far risaltare come si deve i colori dell’autunno: tutto diventa più rosso e più dorato e si esce di nuovo a scattare le stesse fotografie dei giorni precedenti, perché no!
Se la giornata gira bene in termini di energia e salute, si va anche un po’ più distanti da casa, in un altro parco che frequentavo da bambina. Anche qui il sole illumina e indora i boschi, rendendo i sentieri ricoperti di foglie gialle quasi fiabeschi.
C’è una diversa prospettiva sul mare, sempre circondata dal verde degli alberi, e dalla cima di un sentierino si sta semplicemente lì, un po’ al riparo dal borino, a riscaldare ossicini e pensieri.
Ma quanto sono innamorata di questo parco che di anno in anno scopro con i tuoi scatti e i tuoi occhi.
Molte delle piante ritratte sono quelle che ho nel giardino, quindi mi sento completamente a casa, ghiande comprese :))
Le foto panoramiche sono strepitose !
E sapere che ti stai riprendendo è davvero una bella notizia e quell’ocio lo tengo buono anche per me che ogni tre per due mi ritrovo lunga e distesa da qualche parte !
Un abbraccio grande !
♥
Ocio! 😀
Eh, lo so quant’è bello il tuo giardino, il tuo parco privato, per quello mi piace tanto quando gli dedichi quei post pieni zeppi di fotografie.
Ciao Simo e a presto! ❤