Ora come ora, se dovessi scegliere un solo termine per definire me stessa (e non potessi barare) quella parola sarebbe “contraddizione”. Sono contradditoria. Questo non significa però che io non abbia delle idee, delle opinioni o dei valori in cui creda fermamente e che cerchi di portare avanti nella quotidianità della vita.
L’altra sera mi sono soffermata sull’immagine di questo esserino qui a fianco e mi è venuto da ridere: mi assomiglia! Mi sono accorta che in certe situazioni mi viene l’occhio vitreo e mi spunta pure la gobba.
Qui urge necessariamente un breve preambolo: domenica scorsa è successo un avvenimento a dir poco spiacevole, di quelli che hanno l’infido potere di schiacciarti al suolo e di farti sentire insignificante. Sul momento mi ero lasciata sopraffare dallo sconforto, dall’indignazione, dalla tristezza e dalla rabbia, poi mi sono fatta un piantino ma ripensandoci sono giunta ad una svolta: chiunque può compiere azioni rivolte a farci stare male, a farci sentire indesiderati e di troppo, persino sbagliati, e più quella persona dovrebbe essere invece fonte di amore nei nostri confronti, più ci sentiamo feriti quando ciò non avviene. Il punto è che noi, solo noi, dobbiamo avere il potere di decidere il nostro valore, e nessun altro può arrogarsi il diritto di farlo al posto nostro. Non voglio più ritrovarmi ingobbita, chiusa in me stessa nel disperato tentativo di auto proteggermi, e non voglio più che mi si rubi la luce dagli occhi. Certe situazioni continueranno a fare male, sempre, il che mi ricorderà ogni volta che ho ancora un cuore, un’anima ed una coscienza, al contrario di “loro”.
Al di là di tutto questo: guardo questa foto e mi viene ancora un po’ da ridere. E chissenefrega se spesso cambio idea, dico una cosa e poi invece ne faccio un’altra: chi rimane fossilizzato nelle sue convinzioni si perde tutto il divertimento!
Ne parli, ma non spieghi a fondo la faccenda, però le tue parole mi colpiscono.
Nessuno deve potersi arrogare il diritto di farti sentire una nullità, sbagliata e inopportuna a titolo completamente gratuito…
E fai bene a tirare oltre, nessuno merita i tuoi pianti perché hanno cercato di schiacciarti sotto.
nessuno!
Coraggio :))
Vorrei tanto potermi concedere di essere meno vaga, purtroppo non esiste ancora la possibilità di estromettere a priori eventuali intromissioni indesiderate quando si tiene un blog pubblico, per cui devo essere cauta. Hai presente tutto ciò che dirai potrà essere usato contro di te bla bla bla…? Ecco, non voglio fornire ulteriori armi ai miei “non amici”.
Grazie del supporto e della comprensione.
ovviamente il mio non era un “invito” a venir fuori con i particolari, perché anche io – come verbasequentur – riesco a trovare sempre qualcosa in ciò che scrivi, magari perché interpreto… ma comunque non mi serve che tu metta particolari.
In questo preciso post mi sono sentita toccatissima proprio dalla parte che cito sopra. E capisco e condivido il fatto che non si possa scrivere troppo perché chi sa che hai il blog, sa che lo usi come diario, e viene a leggerti proprio quando non deve…
Nun me ne parlà 😛
Lo so, tranquilla, ci tenevo soltanto a specificare in generale il motivo per cui a volte sono così criptica.
Che bello sarebbe se esistesse un filtro anti occhi indiscreti del tipo “tu non puoi leggere”: farebbe un successone! L’alternativa è mettere la password ad ogni singolo post ma così ci si preclude a priori la possibilità di incontrare invece lettori graditi e non mi va. 😉
continui a stare sulla mia lunghezza d’onda 😛
Mo perché c’è una persona che dovrebbe non leggere bisogna anche passwordizzare tutto? anche no… piuttosto faccio il sacrificio di scrivere un po’ in modo ermetico.
Che ha un bel fascino anche nel lettore che non sa nemmeno che faccia abbiamo..
Credo di avere capito che cosa intendi. Spesso queste dinamiche sono familiari.
Ed è orrendo doversi difendere quando in realtà sai di non VOLERTI difendere.
Detto questo, tu per me sei la pifferaia magica dei blog. Ogni volta che ti leggo mi sento a casa. Mi viene voglia di farmi una grossa tazza di caffè e coccolare il gatto e fare una torta e sedermi in cucina con un libro, tutti piaceri morbidi, domestici, appaganti.
Magari adesso mi mandi a cagare, visto che anche quando scrivi cose tristi io ripeto la mia manfrina, ma è così 🙂
Hai centrato il fulcro della questione: da certe persone dovrebbe arrivare comprensione, appoggio, incoraggiamento, consolazione, non continue spalate di merda… perché è quello il termine più appropriato!
In realtà non considero questo post triste, voglio inserirlo in un contesto di rivincita, di svolta, di raggiungimento di una meta agognata e finalmente visibile all’orizzonte, sperando non sia solo un miraggio, giusto per essere pessimisti! 😉
Ma non ti mando proprio da nessuna parte, mi hai regalato un complimento bellissimo! Già è raro a volte sentirsi a proprio agio con le persone che si hanno accanto, sapere che tu ti senta a casa e che ti faccia piacere leggere dei miei sproloqui e dei miei scleri mi riempie di orgoglio e soddisfazione, pur non essendoci (ancora) incontrate vis à vis.
Ciao,
mi ritrovo molto in quanto scrivi, è imporante imparare a non farsi condizionare dagli altri nel definire il proprio valore. Per me è difficilissimo, è un attimo abbattersi per colpa degli altri, ma bisogna imparare a non permettergli di ferirci….
Credo che tutte le persone particolarmente sensibili si sentano toccate da un argomento così, è una lotta continua purtroppo ma necessaria.
Un abbraccio Mary!
I’m a man who doesn’t know. How to sell a contradiction. You come and go you come and go. Karma Karma Karma Karma Karma Chameleon You come and go …
I love that song!
Anche io 🙂 l’ho cercata appositamente per ascoltarla a ripetizione in macchina. Orecchiabile e con un testo interessante, ora che ci penso!
Tu pensa che ho scoperto Boy George e i Culture Club perché apparivano in un episodio dell’A-Team e cantavano anche questa, solo che all’epoca della prima messa in onda avevo tipo quattro anni e non capivo le parole per cui canticchiavo “camma-camminiooooo”. 😀