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Pare che l’autunno, dopo essersi fatto tanto desiderare, sia già pronto a lasciarci. Secondo il meteo, giovedì sarà la giornata incriminata: esprimo tutto il mio dissenso.
Già la nebbia si è impossessata a tempo indeterminato della città, e ora volete dirmi che domani saremo già nel pieno delle prove generali per l’inverno? Va bene che giovedì s’inaugura il mercatino di Natale Francese qui a Trieste, ma ancora un po’ di tregua prima del gelo non guastava mica!
Bando alle lamentele: se inverno dev’essere, inverno sia, ma intanto io sgattaiolo a rubare quanto più autunno mi riesce, che di camminare su viali e scalinate cosparsi di foglie secche e scrocchiarelle ammirando le chiome degli alberi tricolori non ne ho mai abbastanza.
Stavolta ho iniziato dal Boschetto del Ferdinandeo, quello che ho la fortuna di poter ammirare anche comodamente dal divano di casa: il tragitto è molto lungo e tortuoso, se hai fiato a sufficienza arrivi fino alla sommità, dove ogni giugno tengono il festival celtico Triskell, ma non è il mio caso per ora, quindi poca poca salita, guarda che bel panorama, oh si vede pure casa nostra, e poi giù per gli scaloni verso il centro abitato.
Qualcuno si starà chiedendo ma come, non sei tornata al Parco di San Giovanni per accaparrarti un’altra dose di autunno? Certo che sì, come rinunciare!
Ieri la nebbia era particolarmente decisa a non far passare neanche un miserello raggio di sole, ma lunedì il pomeriggio è stato… glorioso, passatemi il termine. Luce che filtrava attraverso i rami e quasi sembrava incendiasse le foglie rendendole di un giallo ancora più intenso, silenzio inframmezzato solo dai rumori rispettosi della natura, incontri casuali con persone sorridenti e desiderose di scambiare due parole sul proprio microscopico e dolcissimo cagnolino o sull’identità di uno pseudo misterioso ciuffetto fucsia che spuntava in mezzo alla boscaglia (che non era assolutamente un ciclamino, ne sono certa anch’io come lo era l’altra signora coinvolta nel mini dibattito sotto le querce e la pioggia di foglie), nessun sintomo fisico a distogliermi dalla goduria di poter passeggiare in assoluta tranquillità ed armonia per un paio d’ore in una tanto agognata normalità priva di ombre.
Ho fatto il percorso completo, senza trascurare né gli angolini più promettenti né quelli meno palesemente ispirativi per i cosiddetti Instagramers. Ormai mi muovo senza dover pensare a dove sto andando quando sono nel parco, tanto l’ho metabolizzato in una personalissima mappa interna, e proprio per questo posso concedermi il lusso di non pensare a nulla e lasciar riposare la mente.
Mi piace quando il parco sembra leggerti nel pensiero e adeguarsi a soddisfare appieno i tuoi desideri inespressi, facendo in modo che tutto attorno a te paia succedere per farti un regalo. Un velo di nebbia, ma non troppa; un’arietta pungente, ma smorzata dal sole; la danza delle foglie condotta dal vento e il rumore sommesso e cadenzato quando toccano una ad una il sentiero; poche persone cordiali incrociate nel percorso; zero ansia, zero fretta, zero dolori e al loro posto invece la sensazione piacevole di una vittoria meritata.
La foto qui sotto è stata prontamente eletta a sfondo del desktop e, momentaneamente, anche a cover su Twitter, per prolungare ancora un pochino (ti prego, ti prego) questo autunno fugace e un po’ truffaldino.
Speriamo almeno che cugino inverno porti finalmente una discreta quantità di sana neve (sana tipo pubblicità patinata di un qualsiasi prodotto commerciale vagamente riconducibile al Natale, non quella che arriva a braccetto con la bora e non fa altro che danni), temperature consone e, tanto per sognare in grande, un po’ di pace in questo mondo così travagliato.
Bellissime foto! Io adoro l’autunno e questi colori. 🙂
Viva l’autunno, viva un po’ meno la nebbia. XD Grazie del passaggio!
Bello bello bello, tutto!! Quello che hai scritto, le foto che hai messo, le emozioni che trasmetti… e che meraviglia questo parco! 😀
Bello l’autunno e bello il parco, aggiungo. 😉
Appurato che ciclamino non era… che era??? 😛
Al contrario di te io la neve non la desidero, anzi, a Milano fa solo che danni pure senza la complicità della bora te l’assicuro. Per la nebbia ci ho dovuto fare l’abitudine per forza.
Il mistero rimane tuttora irrisolto per quanto riguarda l’avvistamento della piantina fucsia, non ne siamo venute a capo.
La neve come la vorrei io fa molto cartone animato Disney dai buoni sentimenti, lo so; il mio è un desiderio poco realistico, ma ci spero lo stesso!