Si usa dire che il buongiorno si vede dal mattino: la prima cosa che ho visto uscendo di casa stamattina è stata una cornacchia che si stava strozzando e che subito dopo ha vomitato sulla strada un’ammasso poltiglioso verde di proporzioni smisurate. Meno male che subito dopo ho incrociato un’americana (oh, ma qui è pieno, chissà come mai) che ha commentato mestamente le schifide condizioni climatiche degli ultimi giorni con un speranzoso let’s hope it’s sunny tomorrow. E speriamo ci sia il sole sì, che la spalla ha prontamente ricominciato a farmi malissimo ed ho ripreso appena ieri a lavorare con l’orario pieno, per cui speravo di avere un po’ più di autonomia.
Certo che è veramente arduo studiare avendo così poco tempo e una mole così spietata di fotocopie e materiale da assimilare; ancora più dura se qualsiasi cosa intorno ha il potenziale di diventare fonte di distrazione, tipo la cornacchia che litiga col sacchetto del supermercato (mi viene il dubbio sia la stessa di stamattina, che non mi pare tanto furba!), la bimba nel terrazzo della casa di fronte che vuole a tutti i costi fare tutti i lavori di manutenzione più pericolosi al posto del padre o i giochi di luce ed ombra sul bosco in lontananza che a forza di fissarlo diventa una visione quasi terapeutica.