Although no one understood we were holding back the flood, learning how to dance the rain
Ci sono delle persone che -inevitabilmente- ci fanno da specchio o ci mostrano quello che avremmo potuto essere o come potremmo diventare se si dovesse verificare una serie di eventi. Finisce che o ti viene l’istinto di emularle, o ti limiti ad invidiarle e “sabotarle” con studiata nonchalance.
Io -a volte- della mia più che spiccata sensibilità farei volentieri a meno perché son più le volte che mi frega rispetto a quelle in cui mi è di qualche remoto aiuto. Quando lascio i miei pensieri senza briglia mi ritrovo la quasi totalità delle volte a pensare ommioddio, ma cosa sono riusciti a produrre??? Sì perché questi son bestie rare, mi propongono incessantemente dei filmini talmente complessi e ricchi di dettagli che mi ci vuole qualche minuto per rendermi conto che è il caso di stopparli prima che sfuggano totalmente al mio controllo.
Ricordo l’ultima volta che mi sono mascherata per Carnevale: avrò avuto poco più di vent’anni, l’occasione era una festa a casa di amici di amici dove conoscevo quattro gatti e gli altri erano benemeriti estranei, e nessuno riusciva ad indovinare cosa rappresentavo. Quando lo dicevo i più restavano meravigliati e si complimentavano per l’originalità, altri mi hanno fatto rotolare dalle risate con le loro supposizioni.
Mi ero vestita da “lato oscuro di me stessa” indossando camicia e cravatta nera con sopra un mantello nero, pantaloni di pelle nera (che solo a pensarci ora mi manca il fiato da tanto erano stretti!), anfibi viola, un cappello a falde larghe viola e ovviamente trucco pesante appropriato. Mai sentita più a mio agio in vita mia in una casa piena di sconosciuti! La mia idea aveva riscosso molto successo e mi faceva piacere perché c’erano stati dei momenti mentre mi preparavo per uscire in cui mi sembrava una gran str***ta, ma non avevo trovato alternative abbastanza convincenti.
Diciamo che ora come ora vorrei moltissimo riuscire a sentirmi in pace con me stessa accettando le mie debolezze e rafforzando la mia forza interiore ferita senza dovermi “mascherare” esteriormente. Non posso negare la realtà di trovarmi in una situazione che -potendo- ribalterei quasi del tutto, quindi tanto vale che mi metta ad arginare il fiume in piena mentre imparo a danzare nella pioggia. Sempre sperando di evitare la tempesta -s’intende- che un poco di cielo sereno nel cuore sarebbe proprio apprezzato.
Image © *Taisiya