Scena: è una bellissima giornata simil-primaverile, perché non portare il tavolo in terrazzo e pranzare al tepore del sole? Detto fatto!
Oh, avevo menzionato la presenza di una lieve brezza? No? Beh, in effetti è abbastanza fondamentale! Comunque: mangiamo e chiacchieriamo, trallallero trallallà, quando un grazioso refolino di vento decide di portare il coperchio della teglia appoggiato con nonchalance tra il tavolo e il bordo della ringhiera del poggiolo a fare un giro per il centro. Peccato che sotto ci fosse una delle vie più trafficate di Trieste e che la presenza di oggetti contundenti volanti non fosse poi questa gran figata! Meno male che l’amico del mio moroso ha dimostrato di avere riflessi rapidi quanto quelli di una faina tarantolata, afferrando al volo il coperchio -quando ormai temevamo tutti il peggio- sotto i nostri sguardi traboccanti di puro terrore (prima) e doverosa ammirazione (poi). È stato un momento molto pregno!
Poi io e il mio moroso avevamo una più che sincera intenzione di tornare a Barcola per la quindicesima volta in due giorni praticamente (chiamaci scemi!), ma alla fine tra una partitella a Black Tiger e una merendina con biscotti di soia alla soia con soia e la “massa di cacao” che non bisogna masticare (???) ma lasciar sciogliere in bocca è giunta l’ora della partenza per la furlania, e per me del ritorno presso la mia magione.
Mercoledì sono passata in biblio per far compagnia a Desy durante la pausa non-pranzo (nel senso che io mi so’ pigliata un toast e lei un capo, cioè un caffè) e siccome dovevo prima andare a fare un po’ di spesina al biologico mi sono remenata un po’ lì, godendo in piena della compagnia di bei lineamenti e della capa, nonché della mia “discendente” del serviziu civilu. Pomeriggio, tralasciando una schifida litigata col mio moroso causa suo ritardo di un’ora mentre io mi scapicollavo per tornare a casa in tempo… ma -indovina indovinello- c’eravamo stra-capiti (caliamo una termocoperta trapuntata con motivi scozzesi, please!)… siamo andati a farci questo famoso giro sul traghetto -meglio noto come barchetta- da Barcola fino a Grignano e ritorno. Bello, bello, bello!!! Peccato per la foschia e il tramonto emaciato, ma faceva comunque atmosfera, e io mi sono auto-ipnotizzata a forza di fissare la scia provocata dal motore sull’acqua che faceva assomigliare ogni piccola onda ad un velo di seta morbidissimo.
La sera abbiamo devotamente seguito la partita dell’Inter per radio mentre giochicchiavamo con dei giochini di fine anni ’80, quelli su cui ho passato pomeriggi interi quando ero una pischella di 9/10 anni nella sala-giochi di Grado, mentre le persone pseudo-normali si crogiolavano in spiaggia.
Oggi il tempo continua a reggere ma in programma ho solo una fuga al cinimini in compagnia della mia vicina di casa. Vedremo… .