Mentre ascolto la ballabilissima musica degli Oubéret provenire da aldilà del boschetto per la penultima serata del Festival Celtico Triskell, ripenso a questo sabato pomeriggio e a quello che l’ha preceduto, entrambi trascorsi in un parco: uno che non visitavo da anni e che frequentavo assiduamente da bimba, l’altro che è ormai diventato approdo sicuro nonché prezioso alleato per avere la meglio sui miei malesseri mentali e fisici.
Il Parco di Villa Revoltella, pur non all’altezza dei ricordi sfalsati che può conservare una cinquenne alle prese con giostre gigantesche, imponenti voliere scricchiolanti ed immensi prati per correre (e sfuggire ad una nonna arrancante che si sgola a richiamarti alla base), conserva un fascino discreto ed elegante, sebbene decadente ed ormai trascurato.
Alla fine della lunga ed ombrosa passeggiata è comparsa una rete metallica per impedire l’accesso alla voliera ormai vuota e più in là agli scalini per scendere nella terrazza troneggiata dalla grande giostra rotante dove avrò passato ore a spingere con sempre maggior forza fino a farla girare così velocemente che guardando in su le nuvole si univano in un’unica indefinita massa sofficiosa che rendeva l’intera porzione di cielo visibile color bianco panna.
Trent’anni dopo la serra non sembra più così grande, la voliera non mette più soggezione (anche se la statua di Pinocchio con le orecchie da asino che si specchia nella fontana provoca ancora inquietudine), ma si trova sempre qualcosa che stimola curiosità e momenti di pura scemitudine, tipo la scoperta dei temibilissimi pseudo-mirtillini velenosi.
L’altro parco, quello di San Giovanni, è ben noto a chi è spesso di passaggio su questo blog: in compagnia di Liny, a cui avevo promesso un ulteriore tour guidato dopo quello del 25 aprile, ho scelto di scendere dal roseto verso l’altra mia zona prediletta, inconsapevolmente portandola proprio dove avrebbe voluto andare dopo aver visto una fotografia sulla pagina Facebook ufficiale, ma non prima di una sosta per ammirare i gigli giganti il cui odore così pungente mi ha quasi stordito (o forse era solo il caldo, la sete e la mancanza della di-solito-onnipresente bottiglietta d’acqua).
I funghettini colorati hanno -che ve lo dico a fa’- fornito la scusa perfetta per indulgere in un paio di autoscatti “magici”, ovvero assemblati in post-produzione dalle mie abili manine, provocando ammirazione e stupore nella mia compare che inizialmente non capiva perché insistevo a voler fare due foto singole (prima io a lei, poi lei a me): l’unica ragione, cari miei, è la sboroneria photoscioppara della sottoscritta.
Da tener presente per le prossime volte: il funghettone grande al centro traballa, quindi occhio a non finire gambe all’aria (per quanto un autoscatto premeditato ne gioverebbe).
Lasciatici alle spalle gli allegri funghetti siamo scese ancora, verso la serra abbandonata. Non so proprio perché non l’abbia ancora fotografata durante l’inverno, quando non ci sono cespugli in fiore ad occultarla quasi del tutto alla vista, comunque eccola qui, attuale rifugio dei gatti del quartiere: sghemba, rovinata e per me tremendamente affascinante.
Ancora una volta ringrazio il Parco, e la compagnia, per aver considerevolmente migliorato una giornata iniziata davvero male (quando comincerò a star meglio???): concluderla con il fresco della sera che ti solletica la pelle, seduta a chiacchierare sulla panchina che sovrasta il roseto, mentre le rondini si rincorrono sopra i tetti compiendo le loro acrobazie, è stato un bellissimo regalo, reso ancora più prezioso dal concerto offerto dal Triskell che ho comodamente ascoltato dal terrazzo.
che bello trascorrere del tempo in posti così magici e pieni di ricordi!
magnifici i colori dei fiori…
buona giornata 🙂
Chiara
http://www.chiaweb.it
Sì, Chiara: la classica boccata d’ossigeno del sabato dopo una settimana in apnea! 😉
Quanti ricordi lontani! E pensare che mio nonno era uno dei giardinieri di questa merevigliosa Villa. Peccato che adesso la stanno trascurando 🙁
Un giorno ti porto a vedere la casa dove mia mamma ha vissuto fino ai 3 anni 🙂
Le foto stupende! Sembra di essere finiti in un’altra epoca
Me li ricordo bene la Villa ed il parco nel pieno del loro fulgore, fa proprio venire la malinconia vedere il degrado che avanza.
Sono -ovviamente- molto curiosa di vedere la casa: organizziamo, organizziamo! 😀
http://bastoncinidizucchero.wordpress.com/2014/07/06/very-inspiring-blogger-award/
Ciao! Leggi qui 😉
Sono onorata di avervi ispirate ad intraprendere il viaggio nella blogosfera! 🙂
😉
Che pace emerge dalle tue fotografie.
Mi verrebbe da starci dentro, come un gatto al sole. 🙂
Merito del parco. 😉
Grazie della visita!