Con la schiena appoggiata ad un muro risalente al 1300, aspetto l’autobus numero 24 che mi riporterà nel centro di Trieste (avvolta da ore da una densa foschia) passando per vicoletti e stradine ripidissime che raccontano un mondo di storie.
Questo è il panorama che si può ammirare quando si arriva sul Colle di San Giusto: da non crederci! È come ritrovarsi in un’epoca passata e lontana che all’improvviso diventa a portata di mano: lo sguardo vaga tra le colonne di epoca romana, la Cattedrale col suo magnifico rosone gotico ed il Castello.
Già, io sono qui principalmente per entrare nel Castello di San Giusto e bearmi gli occhi con i panorami mozzafiato che si godono dai bastioni.
Dopo una brevissima salita da cui si può già ammirare il mare (e quel giorno anche un curioso contrasto: colonne romane nel piazzale sottostante e sullo sfondo una nave da crociera dirottata a Trieste da Venezia a causa della nebbia) ci si ritrova davanti l’entrata al Castello, con tanto di ponte levatoio, grazie al quale il mio entusiasmo è salito vertiginosamente ancor prima di varcare l’ingresso.
L’atrio è maestoso ma allo stesso tempo raccolto, con una grata da cui entrano i raggi del sole creando un suggestivo gioco di luci ed ombre: la vista si adatta subito alla semi oscurità e si possono ammirare le statue originali di Michez e Jachez, le cui repliche battono le ore sull’orologio del palazzo del Municipio in Piazza Unità d’Italia.
Per poter proseguire bisogna acquistare il biglietto d’ingresso a 3€ in modo da avere accesso al gigantesco Cortile delle Milizie, al Lapidario Tergestino, al museo ospitato nella quattrocentesca Casa del Capitano ed ai camminamenti di ronda verso i quali mi sono precipitata perché erano anni che non venivo qui ed ero curiosa di rivivere questa esperienza con l’entusiasmo attuale e non con la noia svogliata di un’adolescente in gita scolastica.
Mettete in conto di dover fare un bel po’ di ginnastica con le ginocchia perché la vista bisogna un po’ guadagnarsela facendo parecchi sali e scendi tra i gradoni. Vi assicuro però che la fatica sarà ripagata!
Non vi sfuggirà nulla una volta arrivati in cima: la città sarà tutta a disposizione sotto i vostri occhi e vi servirà qualche istante per ricomporvi e procedere a gustarvela un pezzettino alla volta. Avrete solo l’imbarazzo della scelta: tutti i camminamenti sono percorribili, quindi la visuale è a 360°, sia aperta che naturalmente incorniciata dalle feritoie.
Visto il periodo autunnale, c’era anche qualche foglia già rossa ad abbellire ulteriormente lo spettacolo.
Ora guardate bene la foto qui sotto perché è lei la colpevole del misfatto: prima di svelare l’arcano, vi lascio ammirare il mare di Trieste, ancora ben visibile anche se la nebbia inizia ad avanzare.
Ebbene: la sosta sul bastione più panoramico si è protratta a lungo oltre le mie previsioni, e ammirare la città da un punto di vista così privilegiato mi ha fatto perdere la cognizione del tempo, tanto da farmi realizzare troppo tardi che l’orario di chiusura era incombente e gli accessi al museo e al lapidario erano ormai chiusi.
Mi sono subito consolata pensando che comunque c’era già l’intenzione di tornare prossimamente per visitare anche il nuovo museo sulla fotografia ospitato nel castello, l’Alinari Image Museum, quindi poco male, son semplicemente rimasta a godermi la vista e a passeggiare tra i camminamenti.
Alle 17.00 si esce, passando di nuovo sul ponte levatoio, con mia somma gioia, e ci si trattiene nella piazza sottostante dove si può passeggiare tra i resti della basilica risalenti al I secolo d.c. ed ammirare la Cattedrale di San Giusto.
Ovviamente era tardi anche per visitare l’Orto Lapidario, anche questo rimandato alla prossima occasione: bisogna prendersi una mezza giornata in modo da avere tutto il tempo necessario, senza fretta. Certi luoghi richiedono presenza e il Colle di San Giusto offre troppe chicche da apprezzare per essere solo un passaggio veloce (mea culpa).
La fortuna di aver scelto la giornata giusta mi ha permesso di ammirare dall’alto la nebbia che pian piano si faceva prepotente e si è impossessata dell’intera città, avvolgendola a poco a poco completamente. Spuntavano solo pochi punti di riferimento, il resto era sparito del tutto, creando un’immagine surreale e magica.
Presto ci si torna!
Quante foto bellissime !
Adoro le città viste dall’alto…assumono una dimensione così astratta eppure così bella. E’ un po’ come guardarsi da fuori e scoprirsi affascinanti !
Immagino che anche a Trieste ottobre stia regalando giornate di sole fantastico.
Io non posso dire di non esser contenta ma una piovutina non mi dispiacerebbe…giusto per accendere il camino e tirar fuori ‘ste bnedette copertine di lana !
Ma mi accorgo di essermi persa il post della barcolana, che ormai sento quasi come una tradizione mia e imperdibile, quindi corro al tuo post precedente.
A tra pochissimo !
😉
Ho una lista di posti da visitare a Trieste di cui, pur abitandoci, non approfitto abbastanza ed è incredibile quanto ci sia da scoprire o riscoprire. Adoro fare la turista nella mia città e questo periodo dell’anno è l’ideale.
Le copertine di lana sono state accantonate per adesso, ma a settembre qualche sera l’ho tirata fuori, mentre ottobre si è ricordato che è prevista una stagione tra estate ed inverno, quindi stiamo recuperando.
Il prossimo anno la Barcolana compie 50 anni, magari ci fai un pensierino! 🙂
Hai mai pensato di partecipare a qualche mostra o concorso fotografico? O magari l’hai gia fatto? Sei davvero brava!!!!
Fotografo per passione e perché mi fa stare bene, gareggiare non mi è mai interessato, ma grazie mille per il complimento! ❤
Molto piacevole l’articolo e molto belle le foto,complimenti 🙂
Mi ha fatto molto piacere il tuo commento Giuliana, grazie mille!