Chi lascia la casa vecchia per la nuova…

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… fa bene, se la nuova è meglio! 😉

Sto rubando la connessione in biblio per postare un sunto di questi giorni.

@ mercoledì
Laptop appoggiato sulle gambe, spaparanzata sul letto nella mia nuova camera ancora sommersa da scatoloni ma comunque accogliente.
Il trasloco è stato a dir poco epocale e per quanto risulti anche a noi che l’abbiamo vissuto in prima persona incredibile, nonostante gli sforzi più mastodontici in casa vecchia la quantità di “robba” lasciata indietro ancora da recuperare è considerevole.

Diciamo che il caldo afoso di questi giorni non ha aiutato ad avere la mente lucida, il che spiega perché dobbiamo correre su a stanare i varani che si staranno dividendo i resti dei cibi congelati dimenticati all’ultimo sul pavimento del salotto. Sfido io che non li trovavo qua!
Così come non c’è traccia di tutti i miei pantaloni leggeri che contavo di usare da qui in avanti viste le temperature da svenimento, e quindi mi tocca vagare con l’unico paio di jeans riesumato, visto che le uniche alternative sono i pantaloni della tuta lerci che avevo su lunedì o i calzoncini del pigiama, che forse non sarebbero molto ben visti in biblio.
Dopo qualche trattativa sono riuscita ad avere l’aiuto del mio amico munito di macchina del babbo con graaande bagagliaio per un paio di trasferte parallele al traslocone ufficiale: abbiamo portato su il mio adorato PC, lo stereo, il maialone di peluche gigante e la pericolosissima lampada lava (che se cade esplode e ci disintegriamo tutti, infatti abbiamo rischiato di farla cadere almeno una volta a testa).

A parte il doversi riabituare a ritmi ed abitudini tutti diversi c’è ancora da star dietro ad un sacco di cose: gli operai che vengono a rifinire i serramenti per la decima volta, il tuttofare che tuttofa, quelli della cucina che bastardamente si son persi per strada i nostri pezzi costringendoci ad andare avanti a surgelati cotti nel microonde, gli omini che devono venire a finire di montarmi l’armadio sennò dove la metto la roba e tutta una serie di gioiose amenità.
La prima notte, nonostante la colossale stanchezza, non sono riuscita a chiudere occhio, un po’ a causa del caldo appiccicoso, un po’ per colpa della dozzina di gabbiani impazziti e logorroici che abitano sui tetti qui intorno che non hanno smesso di starnazzare, guaire e muggire per tutta la notte. Cari!!!

Tramonto da casa nuova © leeliah99.altervista.org
Tramonto da casa nuova

@ giovedì
Continuo a sentirmi un po’ “ospite”: faccio fatica a realizzare che questa è la casina che abbiamo scelto a settembre dell’anno scorso e che abbiamo curato e messo su col sudore della fronte (e col mutuo, s’intende). Inizio a scoprire le piccole cose e ad apprezzarle, mentre cerco di capire se e cosa mi manca di casa vecchia.
Qui la sera posso godermi il tramonto -bellissimo- dalla veranda; la sera mentre cucino le mie leccornie nel Whirlpool guardo le lucine sulla collina accendersi man mano che il buio avanza; si cena sull’unico tavolo disponibile in salotto guardando “Mercante in fiera” (oh, che ci vuoi fa’?) godendosi l’arietta fresca della sera che viene dal terrazzone; prima di andare a dormire mi soffermo nell’unica stanza di tutta la casa ad essere in ordine -il bagno- che finalmente non è uno di quelli ciechi o con il finestrino sulla chiostrina… questo è panoramico, tanto che ieri stavo seduta sul letto strategicamente piazzata tra finestrone e ventilatore e guardavo la collina con le casette abbarbicate e un campanile che sbuca dagli alberi fittissimi.

Il piacere poi di dire “scendo a comprare il pane fresco” ed essere di ritorno in cinque minuti (con un sacchetto aggiuntivo di kipfel di patate stra-buoni) oltre a non dover far scorte disumane di cibo e acqua ma poter prendere ogni giorno solo quello che serve, aiuta molto a mitigare uno dei pochi aspetti di cui onestamente sento la mancanza: lì uscivo di casa e mi ritrovavo in un parco con alberi, un mini roseto con fontana in pietra, un giardino con le altalene, un viale che si snodava verso un grande cancello e davanti… il mare! Qui esco in un piazzale adibito a parcheggio e davanti c’è la strada con i negozi e il traffico cittadino, anche se fortunatamente tutte le nostre finestre danno su una viuzza più interna e tranquilla con il bosco in lontananza.

Certo, ci sono ancora parecchie cose da sistemare, la cucina è inutilizzabile per ora e il divano abbiamo dovuto abbandonarlo perché non passava dalla porta, ma direi che si sta bene e non vedo l’ora di poter invitare gente per offrire cocktails con gli ombrellini di carta e buffet di qualsiasi cosa sia fresco, nonché i kipfel di patate, per i quali sto già sviluppando una certa dipendenza.
Chi come me non vede l’ora (che anche se non commentate qui sul blog lo capisco dai vostri sms e discorsi subliminali) di far baldoria, sappia che può venire a dare una mano, così finiamo prima! : )

p.s.: il bollettino degli insettini trovati finora conta una coccinella ed un maggiolino, entrambi bene accolti.

Tramonto dalla veranda © leeliah99.altervista.org
Tramonto dalla veranda

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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