Sarà che ho sempre associato le stazioni all’allegria di qualcuno che arriva più che all’amarezza di chi deve andarsene, ma non ho mai provato lo struggimento che tanti dicono di provare quando vedono un treno.
Quando ho letto che tra le tante iniziative parallele alla celebre regata Barcolana ci sarebbe stata anche la possibilità di entrare nella zona del Porto Vecchio di Trieste a bordo della storica “littorina” AD 803, ho sperato tanto di riuscire ad approfittarne: complice l’unica splendida giornata di sole della settimana (a sentire le previsioni meteo), ieri sono riuscita a ricavarmi un paio d’ore nel pomeriggio per godermi questa esperienza unica.
In carrozza!
La zona del Porto Vecchio l’avevo attraversata nell’estate 2011 in occasione della Biennale Diffusa e ne avevo volentieri subito tutto il fascino. Percorrere il tragitto che va dal Molo IV al Magazzino 26 a bordo del treno storico è stato emozionante per tutti i passeggeri, ma per me ha avuto anche la valenza di “premio” per aver superato le varie difficoltà che stavano per impedirmi di riuscire a realizzare questo desiderio (soliti affanni che chi mi legge sa, non mi dilungo).
È sempre affascinante avere accesso ad una zona della propria città che si conosce poco, e poi quando c’è di mezzo il mare per me è sempre un valore aggiunto. Poco male che mentre gli altri visitatori si affrettavano a camminare lungo il percorso dei magazzini abbandonati, io vagabondassi col naso all’insù meravigliandomi dei particolari architettonici degli edifici, di vedere fiorellini di malva e tarassaco spuntare da ogni minuscolo anfratto, sia tra le pietre che sui vecchi binari in disuso, e che ogni pochi passi facesse capolino uno scorcio d’azzurro intenso illuminato da un sole generoso.
Non sono ovviamente mancate le occasioni per sfruttare la macchina fotografica e sono piuttosto soddisfatta del risultato: ci tenevo davvero tanto ad avere non solo delle belle foto da postare sul blog, ma soprattutto a conservare la testimonianza di un risultato importante raggiunto, a discapito delle avversità. (E a questo proposito: grazie alla mia accompagnatrice che ha immortalato le mie solite improbabili pose plastiche mentre cercavo l’inquadratura migliore per uno scatto, pose che di solito variano da geco ubriaco ad antilope sotto efedrina). ^^’
Vabbè, siamo tutti un po’ strani, ognuno a modo suo, e meno male!
Mentre scrivo questo post sta venendo giù un diluvio degno del suo nome: mancano pochi giorni alla 47esima edizione della Barcolana, non resta che sperare che il tempo (soprattutto la bora!) collabori alla buona riuscita della regata.
Che meraviglia. Adoro i treni e i loro tempi lenti che lasciano spazio a pensieri, letture e paesaggi da osservare.
Qui giornata di sole 🙂
Un abbraccio
Camilla
Piacciono anche a me proprio per quello che scrivi tu. 😉
A presto!