Trattini divisori tra Friuli-Venezia-Giulia

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Un’altra domenica di pensieri galoppanti… proprio quello che mi ci voleva! D’altronde non sono nemmeno sicura di poterne fare a meno, quasi come se mi servisse per arrivare da qualche parte, che so, ad un punto di saturazione in cui mando tutto e tutti a fanc— e chi s’è visto s’è visto!

Andiamo con ordine, si fa per dire, considerando i labirintici schemi mentali del mio cervello. Partiamo col dire che sto ascoltando uno dei tormentoni di quest’estate, quello che fa da sottofondo agli spot della Tim per intenderci… ci credereste mai che mi fa venire una tristezza abissale??? Ma non dovrebbe essere una semplice canzoncina ballabile e scaccia-pensieri? Sì, se io fossi una persona normale! E invece no, perché come al solito ho mille cose che mi passano per la testa, 999 delle quali non propriamente rientranti nella categoria “pensieri positivi”. Ah, che scatoline!

Venerdì in biblio bei lineamenti se ne esce con questa compassionevole considerazione: “ma cosa farai adesso che sarai senza lavoro, tutto il giorno a non fare niente, ti annoierai a morte, io non potrei mai, penso che mi verrebbe il panico!”. … Propongo un minuto di riflessione … no, non funziona, non riesco a capacitarmi di quanto riesca ad essere str—!!! Spero vivamente che capiti l’occasione di risponderle per le rime, possibilmente davanti alle altre… così, tanto per metterle a conoscenza di quanto lei si sia affezionata a me, e di quanto sia una persona vera e sincera! Ma andiamo oltre, che ho già sprecato troppe parole per una come lei che non merita la mia considerazione.

Ieri sono andata a pranzo a casa del mio moroso per salutarlo prima che partisse per Maratea: in stazione ho incontrato la nostra mascotte che mi ha raccontato che oltre alla borsa di studio in Germania di cui sapevo già ne ha vinta un’altra in Grecia… e bravo lui, tutto cucciolo!
Comunque ho subito combinato la mia perché era tardi e volevo fare velocemente i biglietti, ma non mi sono accorta che quell’unica fila valeva per tutti gli sportelli e ho scatenato le ire di una tipa perché sono passata davanti a tutti (ops!) e poi siccome anche lei doveva prendere il mio stesso treno le ho semplicemente detto che già che c’era poteva farselo anche lei visto che eravamo a filo coi tempi e la tipa allo sportello si era dimostrata disponibile, invece che brontolare a me! Mica l’ho fatto apposta, può succedere che uno si sbaglia se è di fretta, dai!
A Udine è andato tutto bene, l’unico neo è stato l’atteggiamento non esattamente amichevole di suo padre che nonostante i ripetuti inviti a parlare in italiano per non escludermi dalla conversazione ha continuato imperterrito a parlare in friulano… boh, fai come ti pare, che ti devo dire?! Ci sarebbe anche dell’altro, ma lo tralascio perché non ho voglia di dargli importanza.

Ha diluviato per quasi l’intero pomeriggio, per cui non siamo usciti: ci siamo chiusi nel suo studio e abbiamo guardato un po’ di siti in Internet per quel progettino di mini-vacanzina, poi mi ha mostrato ‘sto famigerato Half Life 2 di cui dopo aver tanto sentito parlare ero molto curiosa, e dopo mi ha fatto sentire un paio di pezzi che saranno nell’album, suonandomi le parti che si ricordava con la chitarra.

C’è stato tutto un casino coi treni perché teoricamente io sarei dovuta partire circa mezz’ora prima di lui, ma è tutto slittato di 20 minuti, per cui lui ha dovuto lasciarmi in stazione e tornare a casa per finire di preparare la sua roba, e io sono rimasta lì seduta sulla panchina a fissare i binari vuoti, in compagnia dei miei pensieri.
Il treno una volta arrivato è partito subito, e altrettanto prontamente si è fermato appena lasciata la stazione per problemi alla linea non ben identificati. In definitiva sono partita dopo di lui… utile!

Dal treno, verso Trieste © leeliah99.altervista.org
Dal treno, verso Trieste

Ero veramente stanchissima ieri sera poi, non so perché, ma cerco di non preoccuparmi perché mi hanno detto tutti che gli strascichi della mononucleosi durano anche un anno e a fasi alterne, per cui probabilmente era per quello!
Stamattina mi sento ancora un po’ senza forze, e non ho ancora risolto nulla per il mio progettino, per cui sono anche un po’ scoraggiata perché non vorrei che finisse in niente, come è già spesso successo nella mia vita, uffi!

Il mio moroso mi ha chiamato prima dal suo nuovissimo numero Vodafone (ehe ehe!): mi ha raccontato che il viaggio è stato infernale e che non ha dormito quasi per niente, ma l’appartamento è molto bello e il posto pure, per cui era contento. E io sono contenta per lui, ma triste per me perché penso che una cosa come questa io non avrei mai avuto il coraggio di farla: passare la notte in treno per un viaggio di 15 ore, avere un cambio alla mattina prestissimo, non sapere chi sarà il mio coinquilino per una settimana, potermi muovere solo in bici in un posto che non conosco e mangiare al risparmio perché chissà dov’è un negozio vegano… no, proprio non farebbe per me, ma rendermene conto mi fa sentire una mezza schifezza perché ho 26 anni, porca paletta, e appena mi sposto da casa mi piglia il magone, l’ansia o addirittura il panico. Wow, sono proprio da invidiare, no?
Vabbè, vado a pranzo, poi cercherò di fare qualcosa di più costruttivo che piangermi addosso… potrebbe essere una buona idea!

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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