Nel 2008 ho passato il giorno del mio compleanno a Venezia. Un amico mi ha fatto presente che molte persone mi avrebbero invidiato per questo e avrebbero desiderato essere al mio posto.
Venezia è indubbiamente un posto unico al mondo, ma il fatto di averla a due ore di treno può ingiustamente farla sembrare meno speciale per me rispetto a destinazioni più “esotiche”. Quest’anno sarei dovuta essere a Parigi nei giorni post-genetliaco, invece il viaggio è saltato per decisione mia.
Mentre ero alla biglietteria in stazione ed un attacco di panico potente mi impediva di prenotare la cuccetta sul treno da Mestre alla Gare de Lyon ho capito una cosa però: nella vita può capitare di ritrovarsi in una situazione ingestibile e di sentirsi dei falliti per non essere riusciti ad affrontarla di petto, la differenza la si può ancora fare nel momento in cui non ci si dà per vinti e si decide di proseguire comunque spezzettando quell’obbiettivo in tappe più piccole, a seconda del proprio vissuto che può essere più o meno limitante.
Così, invece che stare a piangersi addosso perché non si è stati in grado di compiere il percorso lineare dal punto A al punto B, ci si può inventare un percorso alternativo che da X ci porterà ad Y per passare poi da Q a W e chissà dove altro. E se anche ci si perde nel frattempo, il viaggio in sé sarà comunque valso la pena.
Che bello questo post!
Ciao.
Grazie “Anonimo”, sono fiera di questo post! 🙂