Sali le scale, scendi le scale

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Sto scrivendo ora nella classica giornata così così, dopo averne avute due buone e un’altra ieri iniziata pessima ma finita con una buona notizia.
Dopo un controllo medico prenotato da tempo che mi faceva stare parecchio sulle spine, la dottoressa ha deciso di cambiare il farmaco che stavo prendendo da qualche mese a favore di un altro verso il quale si è dichiarata molto ottimista. Se tutto va per il meglio, mi ha detto, ci vediamo tra sei mesi. Con tutta la stima e la simpatia che provo per lei, con la sua competenza ed i suoi modi gentili, spero proprio di non doverla neanche sentire fino a marzo del prossimo anno.

Le due giornate buone sono arrivate dopo altrettante di quelle proprio no: la prima giornata no segnava il mio rientro al lavoro dopo due mesi di inattività. Non avrei saputo dire se fossi più carica di speranze o paure, ma il mio corpo ha prontamente offerto la risposta: più carica di paure.
Nonostante l’accoglienza più che benevola, la disponibilità e le premure dei colleghi, della mia amica che è venuta a studiare e a fare il tifo, nonché di mia mamma che si è offerta in qualità di accompagnatrice ufficiale perché -più sgamata di me- aveva già intuito che sarei stata tutto fuorché tranquilla, le sei ore di turno sono sembrate milleduecento, il malessere non mi ha lasciata un minuto e quando ho riabbracciato la simpaticissima signora addetta alle pulizie che non vedevo da novembre e con cui c’era stato da subito un bel rapporto, ho avuto la netta sensazione, mista a quella del malessere che riprendeva il suo posto sul trono, che quello non era un ciao bentornata ma un arrivederci a chissà quando. Una volta tornata a casa, per finire in bruttezza, è esploso lo schifo cosmico, sfociato in notte insonne altamente orrenda.

Il medico di base non ha esitato un istante a dirmi che era il caso di rimettersi a riposo per qualche settimana, se non volevo rischiare di ritrovarmi a terra come l’anno scorso e ovviamente no, non voglio rischiare. Senso di sconfitta e fallimento a parte, la mia salute deve venire prima del senso del dovere. Problemi con altre persone totalmente prive di compassione a parte, mi sono rimessa in malattia per il resto del mese e adesso mi dò una bella calmata. Adoravo il mio lavoro e non riesco a far pace col fatto inequivocabile che finché sto così non sono in grado di gestirlo.

La prima giornata buona è stata una benedizione, prima di tutto perché giunta del tutto inaspettata, e poi perché mi ha visto raggiungere un obiettivo che credevo ancora lontano: percorrere di nuovo a piedi tutto il Parco di San Giovanni. Per ora ce l’ho fatta solo in un verso, scendendo dal roseto verso casa mia, ma conto di riuscire a salire fino alla parte alta più ritorno quanto prima.
Il contapassi esulta commosso. Io pure!

Passeggiata panoramica nel Parco di San Giovanni, Trieste © leeliah99.altervista.org
Sentierini nel Parco di San Giovanni
Passeggiata panoramica nel Parco di San Giovanni, Trieste © leeliah99.altervista.org
Passeggiata panoramica nel Parco di San Giovanni

La seconda giornata buona è stata testimone di un evento rarissimo: lo shopping volontario della sottoscritta che, stufa di vedere foto su Pinterest di maglioni autunnali foffosissimi e fotogenicissimi, si è messa di buzzo buono e, nelle ore concesse alla libera uscita dagli orari delle visite fiscali, si è avventurata nel centro commerciale vicino casa: accompagnata dagli applausi increduli della mia genitrice che a stento credeva ai suoi occhi, ho raggiunto trionfante la cassa con maglione foffosissimo e fotogenicissimo da far invidia ai suoi colleghi su Pinterest, più una giacchetta a vento leggerissima, una magliettina semplice ma versatile e un pigiama vero, niente meno.

Quello che ho scritto nel post precedente si è rivelato immediatamente molto vero fin da subito: nelle giornate buie mi è davvero di gran sollievo poter contare sui ricordi di cose che sono riuscita a fare pochi giorni prima per non ricadere nello sconforto.
Prossimo traguardo da raggiungere: questo (con tanto di musichetta, sennò nonfaffigo). ^_^

Il luogo prescelto per la missione non può che essere il mio amato Parco e nello specifico la temutissima (per ora!) scalinata. Aiuterà che suddetta scalinata regala, una volta conquistata la sommità (parlo manco si trattasse dell’Everest, lo so), una vista mare proprio bella, anche se meno evidente rispetto ai più famosi punti panoramici della città.

La scalinata del Parco di San Giovanni, Trieste © leeliah99.altervista.org
La scalinata del Parco di San Giovanni
La scalinata panoramica nel Parco di San Giovanni, Trieste © leeliah99.altervista.org
La scalinata panoramica del Parco di San Giovanni
Vista mare dal Parco di San Giovanni, Trieste © leeliah99.altervista.org
Vista sul mare di Trieste dal Parco di San Giovanni

Sarà tutto un sali e scendi, prima una volta, poi due, poi tre e così avanti, finché il fiato regge: le scarpine da ginnastica nuove ce le ho, la tutina nuova pure, il cappellino anche… ci metto la buona volontà e con l’aiuto del meteo e del supporto morale di chi mi vuole bene ce la farò a riacciuffare la mia salute. Dopodiché: montagne arrivo!!!

12 commenti

    • Grazie! Per far parte del codazzo come quello di Rocky quando arriva vittorioso in cima ti faccio sapere! 😛

  1. Scusa la domanda idiota ma esistono pigiama finti? LOL 😀
    Scemenze a parte, continua ad essere bella agguerrita e vedrai che affronterai quella scalinata e tutte le montagne che vorrai con una soddisfazione enorme perchè te le sarai conquistate DAVVERO!!!
    Un abbraccio!

    • Ahaha, Niki, in effetti la tua è una domanda legittima. Il fatto è che sono solita andare a letto con quello che capita, pantaloncini della tuta con una maglietta, una canottierina con un paio di leggings… così a casaccio. Il pigiama vero è tutto bello coordinato e a vederlo sembra proprio quello che è: una appropriatissima tenuta per la notte. Eccoti svelato il mistero. 😉
      Grazie per l’incoraggiamento, come sempre!

    • Ecco, ora è tutto chiaro!!! 😛
      Allora nemmeno io ne ho poi tanti di pigiami “veri” e non lo sapevo!!! 😮

  2. Bel post e bel… posto 😉 ti leggo da un po’ e continui a mostrare parti diverse di questo parco che ami tanto, sempre bellissime e sempre ben rese nelle tue fotografie. Dispiace leggere che non stai bene ma sembra tu stia affrontando ogni difficoltà con lo spirito giusto

    • Ti ringrazio, Gene! Il Parco di San Giovanni è diventato protagonista indiscusso di questo blog e della mia vita da qualche anno: mi fa enormemente piacere farlo conoscere e -perché no- magari invogliare qualcuno a visitarlo, in occasione di una visita alla mia bellissima Trieste.
      Grazie del passaggio e del commento.

  3. Se sentirò riecheggiare le note di Rocky, vuol dire che stai percorrendo la temuta scalina. Forza Ally ce la puoi fare, non mollare! Tifo per te!
    Intanto di mando un abbraccio forte forte

  4. Avevo lasciato a metà la lettura del post, causa pc scarico, poi non ho più avuto tempo di riaprirlo e questa mattina..sorpresa! Eccolo di nuovo lì ad attendermi 🙂

    Felice per i giorni si e per le meravigliose foto del tuo parco che ci regalano!
    Invio scorta di abbracci via Bora per i giorni no 🙂

    Camilla :*

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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