Mi aspettavo da un momento all’altro di veder spuntare da dietro uno yacht una troupe cinematografica e di sentir riecheggiare nell’aria un potente “Motore, ciak, azione!” mentre un manipolo di comparse si spargeva davanti al molo.
Non è successo nulla di tutto questo, ma durante la visita a Portopiccolo Sistiana mi sono sentita come se fossi su un set.
Partiamo dal principio
Lo scorso Natale avevo espresso il desiderio di andare a curiosare tra le bancarelle del mercatino allestito a Portopiccolo, cogliendo così anche l’occasione di visitare questo luogo che mi sapeva di misterioso ed affascinante. Ho dovuto aspettare otto mesi per riuscirci, ma non sono rimasta delusa (anche se ovviamente l’atmosfera non era molto natalizia, ad agosto).
Cos’è Portopiccolo?
Un mondo a parte, direi oggi dopo esserci stata. Un luogo unico tra mare e rocce nella Baia di Sistiana, a meno di 20km da Trieste, quasi un piccolo villaggio marinaro con residenze lussuose, parcheggi interrati labirintici ed una spiaggia con vista indimenticabile sul Castello di Duino.
Ora vi racconto meglio
Tutto nasce da un progetto di riqualificazione paesaggistica davvero innovativo, con tre tipologie di case: quelle del borgo, quelle a terrazza con giardini pensili e le mie preferite, le villette sull’acqua, tutte con una vista mare mozzafiato. Ma Portopiccolo non è solo un complesso residenziale d’élite: c’è un hotel lussuoso, ristoranti, negozi, il molo con più di cento posti barca attrezzatissimi ed una spiaggia privata con piscine a sfioro, il tutto inserito nel contesto di un vero e proprio paradiso naturale con il mare davanti agli occhi e le falesie dietro alle spalle.
Che ci faceva una come me in un contesto così chic?
C’entravo poco infatti, la mia era curiosità alimentata nel tempo da decine e decine di immagini su Internet e più recentemente dalle contraddittorie recensioni lette sul web: c’è chi definisce Portopiccolo un gioiello, chi un pugno nell’occhio, chi loda il panorama, chi critica il lusso eccessivo.
Volevo farmi un’opinione personale, vedere coi miei occhi come da una cava abbandonata era stato creato un piccolo mondo, e ovviamente scattare una valanga di fotografie mentre mi godevo la sempre tanto agognata brezza marina.
A Portopiccolo conviene andare in macchina
Avevo ipotizzato di raggiungere Sistiana in autobus e poi passeggiare per il lungomare ed arrivarci a piedi, ma avendo la possibilità di muoversi in auto ho accettato con gioia il passaggio e la compagnia.
Sul sito ufficiale c’è una apprezzatissima pagina con spiegazioni dettagliate e addirittura immagini prese da Google Maps con le indicazioni per Portopiccolo Sistiana e devo dire che ci è stata utilissima.
Quello che ci ha un po’ spiazzato è stato il raccapezzarsi nei parcheggi a tunnel scavati direttamente nella roccia che si sono rivelati un tantino labirintici. Una volta scelto un posto che pareva consentirci l’accesso più diretto, abbiamo incrociato un gruppo di signore straniere che stava cercando invano di scendere nella piazza principale senza dover affrontare lunghe rampe di scale, ma essendo anche per noi la prima volta non siamo potuti essere molto d’aiuto, non sapendo ancora dell’esistenza degli ascensori inclinati (ho rivisto poi il gruppetto comodamente seduto a sorseggiare un caffè, quindi la missione è andata a buon fine).
Tutto sommato non abbiamo riscontrato alcuna difficoltà logistica (all’andata, poi vi racconto le peripezie per uscirne vivi): c’è un cancelletto, un piccolo corridoio da cui già s’intravvede un po’ di mare che fa salire la voglia di essere all’aria aperta, e poi iniziano le scale in pietra.
Preparatevi a fare parecchi gradini, sarà tutto un sali e scendi
Il primo colpo d’occhio fa esultare la mia parte fotografa e mi fa subito estrarre la Canon dalla borsa: ottimo inizio, se penso che tecnicamente sono ancora nel parcheggio. Adocchio la lunga rampa di scale che aveva fatto desistere le signore incontrate poco prima, ma non mi lascio scoraggiare dalle mie ginocchia scricchiolanti ed inizio a scendere gli scalini.
Il primo impatto è decisamente positivo: finite le scale ci si ritrova a pochi centimetri dall’acqua, circondati da abitazioni dai colori tenui arroccate una sull’altra e, con mio sommo piacere, alberini e cespuglietti fioriti ovunque.
Passeggiamo (con diverse soste per scattare qualche foto) intorno al molo, ammirando l’architettura e meravigliandoci della cura nei dettagli che traspare ovunque si posi l’occhio, compresi i posti barca.
Dopo qualche minuto realizzo che siamo praticamente soli, escluse un paio di persone che stanno oziando su un terrazzino. Non ci facciamo caso più di tanto e proseguiamo con l’esplorazione.
C’è nessuno?
Per essere in un pomeriggio di metà agosto mi aspettavo ci fosse parecchia più gente: è stato un po’ surreale camminare senza incrociare più di una decina di persone in tutto. Devo dire però che l’ho trovato piacevole, anche se mi piacerebbe ripetere l’esperienza di una visita magari in periodo invernale (che so, a dicembre per il mercatino natalizio?) e vedere che effetto fa.
Mentre sogno di tornare a Portopiccolo durante una soffice nevicata, giro l’angolo e gioisco quando si palesano altri gradini.
Fidatevi che non ho dovuto aspettare che qualche passante si allontanasse e non mi sono inventata inquadrature specifiche per escludere le persone dalle foto che ho scattato quel pomeriggio: davvero non c’era quasi anima viva. Nonostante i segnali evidenti che i lavori di costruzione fossero ancora in fase di svolgimento, regnava dappertutto un silenzio irreale, come se ci fossimo trovati in una qualche pacifica isola deserta.
Curiosa come sono, non ho resistito a sbirciare ed intrufolarmi fino ai limiti delle zone esclusive riservate ai fortunati residenti, ma l’aver notato telecamere in ogni angolo mi ha fatto capire che qua la sicurezza è presa molto sul serio, e penso sia un altro punto a favore.
Oltre alla spiaggia privata è presente anche una zona libera, e che meraviglia svoltare l’angolo e trovarsi davanti, oltre ad un mare splendido, il Castello di Duino in lontananza, da poter ammirare comodamente abbarbicati su uno scoglio.
È inevitabile, mentre si gironzola per Portopiccolo, chiedersi ed immaginarsi com’è vivere in un contesto così particolare: il lusso mi ha sempre messa un po’ a disagio facendomi sentire fuori posto, ma non posso negare che quando sono finita in questa piccola piazza delimitata da villette e circondata da alberi e cespugli di lavanda un pensierino tipo chissà se le affittano per un week-end? mi è sorto proprio spontaneo.
Ogni tanto la brezza si prendeva una pausa ed il sole picchiava forte, così la presenza dei portici è stata molto apprezzata: non sono attratta da vetrine di boutique e negozi chic, ma piuttosto mi hanno incuriosito la pizzeria e la gelateria (sì, mi era venuta fame nel frattempo).
Usciremo mai da questo parcheggio?
Rifatto il percorso a ritroso, siamo rientrati nel parcheggio, ritrovando subito il posto dove avevamo posteggiato. La sfida ora non era tanto trovare l’uscita, ben segnalata, quanto la cassa dove pagare la sosta. Giriamo, giriamo, una curva dopo l’altra, finché finalmente ecco un’insegna che indica Ultima cassa prima dell’uscita. E quelle precedenti? Possibile che non ne abbiamo notata nemmeno una?
Ci teniamo il dubbio ed apriamo la porta, ritrovandoci in una specie di ripostiglio vuoto con un’altra porta che dà su un’altra mini-stanza con la macchinetta dove inserire il biglietto ottenuto all’ingresso ed effettuare il pagamento (per due ore in un pomeriggio feriale abbiamo speso 3€, dopo le 18.00 è gratuito).
Risaliti in macchina abbiamo girato e girato ancora, finché alla fine del tunnel finalmente uno spiraglio di luce prometteva la riconquista della libertà ed offriva un’impagabile vista mare.
Conclusioni
Ho delle opinioni contrastanti su Portopiccolo, ripensandoci ora a mente fredda: se vi piace fare fotografie ve lo consiglio e vi assicuro che non vi deluderà. Credo che meriti senz’altro almeno una visita e, come è successo a noi, probabilmente vi ritroverete con pareri discordi.
È sicuramente una risorsa preziosa per il turismo, se ben sfruttata. È decisamente per pochi eletti, se lo consideriamo dal punto di vista strettamente abitativo, ma passeggiare ed ammirare il panorama è alla portata di tutti. Forse le case a terrazza sono un po’ troppo addossate una all’altra ed esteticamente non reggono il confronto con le villette a ridosso del mare e le case del borgo. Forse avrei preferito vedere più gente, perché mi viene un po’ il timore che rimanga un mondo isolato, poco integrato e fruibile, trattato alla stregua di un parco divertimenti dove andare una volta nella vita e basta.
Personalmente vorrei tornarci, anche più di una volta, specialmente in occasione di eventi aperti a tutti come i mercatini natalizi (sono in fissa, lo so) o quello primaverile di Portopiccolo in Fiore (il cuginetto di Trieste in Fiore).
Questo posto è veramente particolare, m’incuriosisce molto e le foto mi fanno venir voglia che l’estate non finisca maaaiiii!!! 😛 (scusa, so che tu col caldo non vai d’accordo)
Non so mica se ti perdono, Bea, ti sembra una minaccia da fare “estate che non finisce mai”???
😛
Hai fatto un sacco di gite e sei stata in posti uno più bello dell’altro. Che invidia queste scorpacciate di mare! ♥
Vero, un pochino m’invidio da sola.
Certo che oltre alle scorpacciate di mare un antipastino di montagna ci starebbe bene. 😉
Infatti ci girano parecchie scene
Anche in notturna con le luci natalizie ha il suo fascino, vero? 😉
Stupende le foto ed i panorami. Grazie di avermi coinvolto anche solo con il pensiero con la tua gita. Mi pareva essere lì. Ciao
Grazie Loretta, è un luogo che mi ha veramente ispirata 🙂
Complimenti!
Grazie, so che sei da poco diventata anche tu una “fan” di Portopiccolo 😁
Tornerò in bassa stagione 😄