Ponciponci Ponponpon

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Ieri è stato il primo giorno di lavoro dopo le già compiante feste natalizie. All’orario nuovo ci metterò un po’ ad abituarmi ed ai colleghi pure, ma forse non mi è andata poi così male, anche se è ancora troppo presto per dirlo. Li ho rivisti entrambi ed il clima era piuttosto sereno… mettiamo in conto comunque che era il primo giorno e certe cose si scoprono col tempo. Diciamo che se si continua così escogiterò dei nuovi soprannomi più carini, ma bisognerà che se li meritino. 😀

La data del trasloco non è ancora certa, ma si avvicina. Il primo giorno di smistamento in camera mia è stato sul traumatico andante, considerando che non ho ancora scelto un criterio con cui dividere la roba (per mobile, per “tema”, per come verrà sistemata in casa nuova…) e tra le prime cose capitate tra le mani c’erano i miei diari risalenti ai tempi delle medie, delle superiori e del primo anno di università: abbastanza deprimente rivangare il passato, infatti mi è venuta la nausea e ho dovuto dedicarmi ad altro per un po’.

In casa nuova abbiamo fatto altri giretti, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo, che so… sulla caldaia, sul videocitofono (che pare non venga usato da anni e quindi non funziona), sulle prese della luce, sulla cassaforte nascosta e compagnia bella. Cerco costantemente di immaginarmi come sarà abitare lì, dopo aver vissuto per 25 anni nello stesso appartamento, e mi immagino che faccio su e giù per le scale, che vado al lavoro, che rientro la sera, che mangio in cucina guardando fuori dalla finestra e cose così.
Intanto mi sta ribalenando -merito soprattutto di certe vocine esterne che mi spronano- l’idea di prendermi finalmente la patente, ma ho ancora troppa paura che finisca come la volta precedente: lezioni di teoria seguite, uscite di pratica fatte, foglio rosa rinnovato due volte, panico, niente esame, niente patente, un sacco di soldi buttati. Il fatto è che guidare in mezzo al traffico caotico ed incontrollato di questa città in mano ad incoscienti al volante mi terrorizza. Conto sul fatto che mi divertirò molto poco a metterci un’ora per andare a lavorare ed altrettanto per tornare a casa, prendendo in tutto la bellezza di quattro autobi, il che non mi alletta neanche un filino -anzi- soprattutto se penso che in macchina ci metterei all’incirca un quarto del tempo.

© MissMatzenbatzen
© MissMatzenbatzen

5 commenti

  1. anche io ho lo stesso problmea con la macchina! incredibile… io ho il terrore di andare in giro in mezzo al traffico… Se guida qualcun’altro preferisco sedermi dietro e leggermi un libro per non vedere gli automobilisti impazziti.. figurarsi se fanno guidare me!

    Comunque che bello conservare tutti i vecchi diari! Leggerli è un po’ ‘spaventevole’ però fai bene a tenerli 🙂

    • Ciao Cassandra, che piacere ritrovarti! Beh, tu sai com’è guidare qui… d’incoraggiamento ne avrò bisogno a valangate, quindi preparati! 😉

  2. Prontissima a incoraggiarti quando vuoi. Fino all’anno scorso facevo solo un unico tragitto monza-milano, seguendo una via che praticamente va sempre dritta e parcheggiando vicino ad una metropolitana. Poi un po’ x necessità, un po’ x voglia di “fuggire”, ho deciso di buttarmi.All’inizio avevo paura… ma mi hanno aiutata in tanti. Ora prendo la tangenziale est tutti i giorni, e mi sento piuttosto tranquilla. Io penso che la necessità,specie se legata al lavoro,sia un’ottima motivazione per iniziare a guidare. Coraggio,fammi sapere!

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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