La polvere sopra il tappeto

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Sto facendo amicizia con dei lati del mio carattere appena nati, o rimasti dormienti fino ad ora. Mi ci trovo bene. Non mi sembra più di essere costantemente sul campo di battaglia, ogni tanto trovo una cavità dove nascondermi ed allentare la tensione, convincendo il perenne turbinio nella mia testa a scendere di giri.

Mi sono liberata di un grosso aggeggio nero, brutto, rumoroso e pesante: il vecchio aspirapolvere, che una volta acceso con quel sibilo penetrante mandava fuori di testa tutti i cani del vicinato. Ora ho un cosetto futuristico che pare uscito dal film Tron, tipo che se non ci sto attenta mi aspira anche i piedi. È potentissimo! Talmente potente che dopo averci dato una sola passata il tappeto in salotto aveva un altro colore, quello di quando l’avevamo comprato. Toh, chi si rivede! Mai credevo che avrei considerato fare la polvere in casa un divertimento. Eppure!

Polvere? Non c'è! © leeliah99.altervista.org
Polvere? Non c’è!

C’è stato anche del sanissimo e sudatissimo “decluttering”, che nel mio caso si è tradotto in svuotamento selvaggio solo apparentemente disperato dell’armadio, con due sacchi di quelli condominiali neri giganteschi gonfi fino ad una tacca sotto il livello esplosione di maglie, pantaloni, camicie e giacche che non ho messo neanche una volta da quando ho traslocato e -come si dice- se non l’hai messo in cinque anni puoi darlo via. Spero siano d’aiuto a qualcuno che ne ha bisogno.

Dopo il “repulisti” dovrebbe seguire quel rito spaventoso noto come cambio di stagione. Il male!
Mi sono rifiutata, e ora fa già troppo caldo per mettermi a riordinare magliettine e canottierine, spostando in seconda fila dolcevita di lana e cappotti. Ci metto più tempo a trovare quello che mi serve, e probabilmente rimarrò ignara fino ad ottobre inoltrato dell’esistenza di quella specifica t-shirt carinissima che salterà fuori gioviale e coccolosa quando ovviamente non sarà più di nessuna utilità, ma me ne farò una ragione.

Non si vede, ma l'armadio è molto più vuoto di prima © leeliah99.altervista.org
Non si vede, ma l’armadio è molto più vuoto di prima

Sto litigando anche con le scarpe: sembra che qualunque paio indossi, la conseguenza sia tornare a casa a passo di papera con un dolore francamente ingiusto alle ginocchia, che persino le vecchine scendono dall’autobus schivando l’aiuola immancabilmente posizionata proprio davanti all’uscita (ma vincono dei premi gli autisti se allineano millimetricamente l’apertura delle porte con la zona del marciapiede occupata da albero / cassonetto / macchina parcheggiata alla ca77o?) più agilmente della sottoscritta.

Nelle ultime settimane ho iniziato e proseguito con successo un allontanamento da tutti i cosiddetti social, senza peraltro sentirne minimamente la mancanza. L’unica scheda sopravvissuta è quella di feedly, perché leggere di storie ed emozioni raccontate nei blog altrui mi piace e m’ispira sempre.
Il più tempo a disposizione è per ora dedicato alla lettura: per una qualche misteriosa congiunzione astrale mi sono arrivati via e-mail diversi messaggi promozionali grazie ai quali ho potuto scaricare gratuitamente e felicemente degli e-book che m’interessavano, ed è un bene che restino al momento in una cartellina dedicata sul desktop, perché la pila di quelli cartacei ancora da iniziare sul comodino comincia a pendere pericolosamente.

L'angioletto sulla mensola sopra il computer © leeliah99.altervista.org
L’angioletto sulla mensola sopra il computer

Ci sono state torte alle ciliegie, rose salvate dalla bora, ipomee protette dalla grandine, giornate di caldo afoso, interazioni serafiche degne del maestro Shifu sul luogo di lavoro (pace interiore rules!) di cui vado molto fiera, un’attesa alle undici di sera fuori dal pronto soccorso di cui avrei fatto volentieri a meno, qualche incubino inquietantino, episodi quotidiani di 2 broke girls, la stupenderrima meravigliosissima scoperta di aver finalmente messo su qualche chilo, tanta fantasia per mettere insieme pranzi e cene avvicinandosi meno possibile a fornelli o qualsivoglia altra fonte di calore, troppi gabbiani e troppe merendine schifezzine… ma di polvere neanche l’ombra! 😉

Clafoutis alle ciliegie e rose dal terrazzo © leeliah99.altervista.org
Clafoutis alle ciliegie e rose dal terrazzo
Le ciliegie prima di finire nel clafoutis © leeliah99.altervista.org
Le ciliegie prima di finire nel clafoutis

8 commenti

    • Adesso che è arrivato il caldo e solo l’idea di accendere il forno mi atterrisce, lo rimpiango un po’ quel dolcino. Per quel che mi riguarda è già partito il conto alla rovescia per settembre. 😉

  1. A volte mi fa impressione leggerti perchè quello che racconti parla di quello che sono io in modo quasi chirurgico.
    Persino la lotta con le scarpe che quest’anno sembrano non essere mai quelle giuste.
    Poi quando ho visto la foto di quella torta non ti dico che razza di nostalgia mi ha presa che da quando il Capo è a dieta non inforno più niente e non sai quanto mi manca il metter mano alla costruzione di un dolce 🙁
    Ma passeranno anche i giorni bui della dieta !
    Per adesso ci godiamo la frutta a crudo e facciamo finta che sia la roba più buona del mondo, consapevoli che dentro un Clafoutis le ciliegie trovano la morte migliore.

    Buona estate !
    Un abbraccio grande grande !

    • Siamo sintonizzate! 😀
      Consoliamoci col fatto che con questo caldo il forno non s’ha d’accendere, e quando ritornerà l’amato freschino la dieta sarà ormai finita e potrai sbizzarrirti!

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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