Una bella e vigorosa gomitata nello sterno, arrivatami per sbaglio proprio dal mio moroso, inconsapevole del fatto che fossi dietro a lui… è così che ho salutato il 2005, massaggiandomi la bocca dello stomaco e riuscendo a stento a reprimere la ridarella perché poco prima ero stata io a causargli ingenti danni fisici prendendolo ripetutamente a domopakkate sulla testa per avermi rispedito (dopo aver già fatto la spesa) senza troppi complimenti sotto la pioggia a comprare proprio la carta stagnola, indispensabile per la preparazione del salame di cioccolato. Ma poi, per tener fede al sempreverde “volemose bene”, ci siamo vicendevolmente rubati le giacche per correre ad accendere i raudi (ma esiste in italiano ‘sta parola o solo in triestino? Boh, comunque intendo i cosetti tipo incensi, i bengala, insomma… quelli che fanno le scintilline, dai!) sul terrazzo sotto il diluvio universale, con l’unico spirito vandalo della compagnia che ha fatto più danni di quanti non ne potessimo mai fare tutti noi assieme (si fa per dire, in fondo sono solo bastoncini spenti), centrando qualsiasi veicolo fatta eccezione per la bici del mio moroso mentre qualcuno brindava con dello yogurt magro densissimo che non si schiodava dal fondo del bicchiere (per cui ecco che è stato lanciato un nuovo trend: il brindisi col cucchiaino) e qualcun altro comprometteva irreparabilmente la consolle di gioco in dotazione nell’Internet Point porconando contro i mostriciattolis di un giochino del MAME. E son bei momenti!

Elementi topici -nonché culinari- della serata: la scoperta dell’esistenza dei veg burger, ovvero le polpettine vegetariane che da domani (oggi i negozi son chiusi, perché sennò…) diverranno la mia primaria fonte di sostentamento; la preparazione dei tramezzini col patè di carciofi (che a dispetto di ogni previsione *non* faceva vomitare); l’involontario inglobamento della carta stagnola nell’impasto del salame di cioccolato, con conseguente meticolosa estirpazione della stessa eseguita da me e dal mio moroso con precisione certosina; la delusione cocente della sottoscritta davanti all’evidente impossibilità di avventarsi famelica sul tiramisù che aspettava dal pomeriggio, a causa della quantità ingente delle sopraccitate polpettine che hanno occupato, uno ad uno nel corso della serata, tutti gli anfrattini disponibili all’interno della pancina.
Elementi topici -nonché sfigatielli- del risveglio dopo la prima notte semi insonne del 2006: il lato sinistro del mio corpo, dal collo in giù fino alla fine della colonna vertebrale, ha deciso che “criccato è bello”, per cui tiè, beccati ‘sto infido dolorino che ti permette di muoverti solo a scatti ben determinati. Ma grazieeee!!!

I buoni propositi per questo nuovo anno ci sarebbero pure, ma che li scrivo a fare che son sempre gli stessi? Al massimo sul foglietto virtuale dove sono elencati potrei spostare qualche sottolineatura, perché è giusto una questione di priorità e precedenze.
La cosa che mi preme di più, oltre al fattore lavoro, è riuscire a smussare certi macigni che fanno parte del mio modo di vedere alcuni aspetti del relazionarsi ad eventi e comportamenti altrui, perché possano infierire meno sulla mia instabile emotività e sulla mia insicurezza nei confronti del mio valore (arrivarci ad essere come quelle dello spot della L’Oreal! “Pecché io valgghiò”, come diceva qualcuno)… e magari imparare anche a formulare frasi meno arzigogolate, così risparmierei pure sulla punteggiatura, che coi tempi che corrono… .