Il primo A-more non si scorda mai

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Magari è perché da bambini si è più facilmente impressionabili, magari è perché le sensazioni legate a particolari ricordi restano più impresse, o magari è perché certe cose sono destinate ad entrarci dentro e basta.
Mi pare ancora di vederla quella bimba coi codini che zampetta nel salotto, si arrampica sul divano marrone mentre suo padre fa pigramente zapping e basta un attimo a catturare la sua attenzione: macchine che corrono a tutta velocità mentre volano proiettili ovunque quando all’improvviso una jeep si ribalta e prende fuoco. “Adoro i piani ben riusciti!” dice un tizio in impermeabile col mitra in spalla accendendosi un sigaro. Ed è ammmore!!!

La bimbetta s’innamora perdutamente del pilota pazzo di quel gruppo di fuggiaschi reduci dalla guerra in Vietnam e quel telefilm diventa -nonostante il passare degli anni- oltre che un imperdibile appuntamento quotidiano, un mezzo per socializzare e fare amicizia. Alla faccia di tutte le sue compagnucce di scuola con la loro brava Barbie, la bimbetta sta sempre assieme ai maschietti a giocare con le pistole finte, simulando inseguimenti a perdifiato e salvataggi in elicottero. Anche quando non è a scuola, assieme ai suoi cugini “giochiamo all’A-Team diventa un invito quasi sottinteso (con la possibile variante dettata dalla scoperta dell’esistenza di un altro mito degli anni ’80 -pur se di tutt’altro genere- ovvero He-Man, con la conseguente passione della suddetta bimba per la guerriera sua alleata Teela).

Poi si cresce, si “diventa grandi”, ma è proprio vero che il primo A-more non si scorda mai, e l’A-Team accompagna la bimbetta attraverso l’adolescenza fino ai giorni attuali, perché se ancora oggi lei si ritrova col sorriso a sentire l’intro della sigla e riesce a recitare a memoria le battute di un intero episodio, oltre a poter sfogliare le pagine dei suoi vecchi diari risalenti al 1991 e trovare riferimenti a quel telefilm, non importa che gli altri non capiscano, non importa che gli altri sminuiscano… come si dice a Trieste “amor xè amor e no brodo de fasoi”.

Murdock
Murdock

2 commenti

  1. E’ proprio vero il primo amore non si scorda mai! …e se tu giocavi all’A-Team con i tuoi cuginetti…io e le mie sorelle giocavamo a Occhi di Gatto. Quante avventure…ancora oggi mi fa sorridere la nostra fervida immaginazione…il letto a castello era diventato per noi la rampa di lancio dell’elicottero per fuggir via con il malloppo! la nostra Barbie? …se ne stava rintanata nella cassapanca, solo qualche volta usciva per farsi un giretto con il suo amato Ken…

    • Uh, le tre sorelle che han fatto un patto fuggendo poi con un agile scatto me le ricordo molto bene. Di solito funzionava che mi mettevo il body nero che usavo per fare danza con una fascetta in vita e mi arrampicavo sulle mensole in camera o dietro l’armadio. Con la Barbie ci giocavo poco, al massimo le facevo assumere l’A-Team! 😉

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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