Forse è normale che man mano che ti avvicini ad un cambiamento cercato e voluto la situazione in cui ti trovi diventa via via più stretta e snervante.
Al di là delle ore di sonno perse a causa della maleducazione del cafone del piano di sopra, ora c’è una serie di elementi aggiuntivi a dir poco fastidiosi, come lo spostamento di sedie all’una del mattino (ma dormi, santa pazienza!) ed i raccapriccianti sputacchi in ascensore che neanche altri condomini stanno gradendo. È allarmante il grado di menefreghismo che dimostra questo anziano signore, giuro che non lo sopporto più!

Pensiamo ad altro, almeno adesso che sono in biblio e non ho nessuno che pesta i piedi sul pavimento sopra la mia testa. Presto verrà il momento di richiamare i mitici omini della ditta di trasloco per il secondo giro: non vedo l’ora di rivedere in azione Palletta, la mente, con i suoi preziosi aiutanti Gialappo e Ken-da-bar.
Nel frattempo il folletto ha fatto conoscenza con il giardiniere Pepy a cui ha cercato di ribadire il concetto che la giungla di pini mughi che sta per sfondare le mie finestre andrebbe leggermente potata. Attendiamo fiduciose.

P.S.: stanotte mi sono svegliata che stavo cadendo dal letto e ancora mezza addormentata ho di scatto allungato il braccino per abbarbicarmi all’altra estremità del materasso per tirarmi su… se non era per l’aggroviglio di coperte mi ritrovavo con le chiappette a terra.