Sabato 1° luglio era il primo giorno dei saldi a Trieste ed anche il penultimo del Festival Celtico Triskell: secondo voi cos’ho scelto? Pensavate fosse finita la serie di post dedicata ai mercatini della mia città, invece mancava ancora l’ultimo prima del definitivo tedio estivo.
Peccato non avessi minimamente considerato l’ipotesi che le vie del centro sarebbero state pedonalizzate per favorire gli appassionati di shopping, così c’è stato un breve momento di panico quando il primo autobus ha girato a destra saltando quindi la fermata della coincidenza con il secondo. Per fortuna ad accompagnarmi c’era mia mamma, a cui se nomini una qualsiasi via di Trieste ti elenca i nomi di tutti i negozi in fila da entrambi i lati della strada: un Google Map umano in pratica, solo molto più carino e simpatico dell’originale.
Piano alternativo elaborato in cinque secondi netti, ma nella foga mi sono messa a correre appena ho visto il secondo autobus che arrivava, ignorando la mia genitrice che invano ripeteva “è il capolinea!” (per la cronaca sono nata e cresciuta a Trieste, ma evidentemente non ce la posso fare a riappacificarmi con la toponomastica).
Alla fine siamo arrivate alla nostra destinazione, il Boschetto del Ferdinandeo: e pensare che basterebbe fare zig-zag lungo il tortuoso viale che lo attraversa partendo praticamente da sotto casa, senza attraversare mezza città, ma non sono abbastanza in forma e quindi mezzo pubblico sia.
L’atmosfera del Triskell è sempre suggestiva: ammetto che vengo immancabilmente parecchio distratta dal mercatino adibito nello spiazzo principale perché si trovano oggetti artigianali difficili da scovare altrove e poi adoro vedere gente che si aggira con estrema naturalezza avvolta in grandi mantelli o con cappelli appuntiti sulla testa o coroncine di fiori tra i capelli o prolungamenti “elfici” a punta sulle orecchie. In più, nel pomeriggio, ci sono o le prove del gruppo che si esibirà sul palco la sera o gli stage gratuiti di danza irlandese, per cui il sottofondo musicale perfetto è assicurato.
Volendo sfoggiare il mio zainetto etnico ho allegramente dimenticato la macchina fotografica nell’altra borsa, quindi ho sgraffignato la Nikon alla mia compagna d’avventura per rubare qualche scatto (potete vedere i suoi su flickr).
Non ho trovato il ciondolo dei miei sogni con raffigurato l’Albero della Vita, in compenso ne ho visti di tutti i tipi, compreso uno con l’Occhio di Sauron che mi è parso geniale.
I concerti serali me li sono ascoltati con effetto Dolby Surround dal terrazzo o addirittura dal divano di casa grazie al vento che ha fatto arrivare limpido il suono giù dal Boschetto fino al mio salotto, regalandomi due settimane di musica celtica, la mia preferita (in mancanza dei Linkin Park).
Musica celtica tutte le sere?? 😮 Sarebbe il mio posto ideale questo festival e sono sicura che il mercatino mi prosciugherebbe il portafoglio!!
La furba qua oltre alla macchina fotografica aveva lasciato nell’altra borsa anche il portafoglio (genia!), ma non dispero perché ho scoperto che l’artigiana che mi aveva colpito di più ha uno stand fisso al mercato coperto, quindi presto mi potrò rifare. 😀