Finisce spesso che scopro dell’esistenza di iniziative ed eventi nella mia città dopo che sono già passati, probabilmente perché sono distratta e non ci sto dietro più di tanto. L’anno scorso ho trovato il volantino che pubblicizzava la quinta edizione di Horti Tergestini il lunedì dopo la chiusura, così mi sono ripromessa di non perdermela per strada anche l’anno successivo, segnandomi le date sul calendario. Non che sia una grande appassionata di piante o simili (escluse le piante grasse per cui nutro una sorta di reverente ammirazione), ma ultimamente ho notato una certa propensione verso gli alberi che prima non avevo.
Così ieri ho colto la palla al balzo e nonostante gli starnuti, gli occhi lacrimosi ed il sempre crescente desiderio di ingoiare una grattugia per alleviare il prurito a palato e gola, ho arrancato in salita all’interno del Parco di San Giovanni, famoso per aver ospitato l’Ospedale Psichiatrico ed ora sede di uffici vari tra cui alcuni dell’Università.
La giornata era splendida, se escludiamo la solita bora che imperversava tiranna: c’era un mucchio di gente che gironzolava con sacchetti colmi di piantine appena comprate alle bancarelle e finalmente mi sono dedicata a fare qualche foto, anche se senza concentrarmi troppo, solo per il gusto di immortalare qualche momento.
Già temevo che mi sarei dovuta destreggiare tra la macchina fotografica e i fazzoletti per soffiarmi il naso, invece a parte una piccola crisi a metà strada mentre affrontavo una scalinata l’allergia mi ha concesso una gradita tregua.
L’aspetto più interessante è stato scoprire questo parco che avevo avuto modo di vedere solo di sguiscio per le riunioni nella sede dell’Università: l’ideale per una passeggiata meditativa e tra l’altro ho scoperto che da uno spiazzo tra un albero e l’altro s’intravvede casa mia.
Dal quotidiano locale: articolo.
Praticamente la stessa giornata, se non fosse per la location… che bello uscire con la macchina a tracolla!
A presto!
Ale
Concordo: era una sensazione che mi mancava!
Poi su 40 foto ne ho messe on-line cinque o sei, in compenso sono finita sul quotidiano locale mentre vago tra i roseti. 😉