La Barcolana a Trieste è un grande evento: quest’anno, per la Barcolana 48, la città ha partecipato come forse non aveva mai fatto prima, o almeno questa è stata la sensazione di molti.
Gli eventi che hanno accompagnato la storica regata sono stati tantissimi e diversi, e circa una settimana prima della gara abbiamo avuto in regalo uno di quei tramonti quasi commoventi, che al di là della voglia di fotografarli ti fanno proprio fermare sui tuoi passi ad ammirarli. Quelli che li snobbano dicendo “basta tramonti, tanto sono tutti uguali” io proprio non li capisco.
Non sapevo che ci sarebbe stato un tramonto speciale quella sera: l’idea iniziale era di andare a visitare la mostra fotografica Vento al Salone degli Incanti (purtroppo non era consentito fare foto all’interno, ma se siete curiosi di vedere come è stato rappresentato il vento nelle immagini esposte, potete sfogliare il catalogo della mostra) e poi avviarmi verso casa, ma una volta uscita ho notato una luce particolare tra i disegni delle nuvole che si rincorrevano, così ho deciso di proseguire a piedi fino a Piazza Unità d’Italia, passeggiando sulle rive tra i gazebo del Villaggio Barcolana ancora in allestimento.
Man mano che mi avvicinavo al molo Audace, camminando a due passi dal mare, ho pensato alla fortuna di poter godere di paesaggi così belli a casa propria e al desiderio di non arrivare mai a darli per scontati solo perché così familiari. Mi è parso che il tramonto di quella sera, oltre ad essere stato uno dei più twittati ed instagrammati dell’anno, abbia voluto sottolineare proprio questo.
Oltre ai tramonti mozzafiato, ho riacciuffato al volo la possibilità di tornare ad esplorare la zona del Porto Vecchio (di cui ho già scritto l’anno scorso), di nuovo con un treno storico, ma non lo stesso della volta precedente. L’iniziativa, chiamata Barcolana in Tramway, prevedeva sempre la partenza dal molo IV, ma la fermata d’arrivo era spostata più in là, davanti alla Centrale Idrodinamica, dove era possibile visitare la mostra sulle navi di Trieste nel mondo.
Quello che non era previsto era il freddo improvviso accompagnato da un forte vento che ha fatto salire tutte intirizzite me e la mia amica a velocità supersonica sul treno, scoprendo con grande riconoscenza che all’interno c’era un bel calduccio. Una volta scongelate, abbiamo potuto ammirare con calma i due vagoni di prima classe, trainati da due storici locomotori diesel degli anni ’60 completamente restaurati (e approfittare per farci qualche foto-ricordo, che diventiamo tutti un po’ turisti in queste occasioni speciali).
Il tragitto tra i magazzini in disuso è stato nuovamente affascinante e suggestivo ed è un peccato che il treno non possa continuare ad esserci post-Barcolana (per approfondire l’argomento c’è una pagina Facebook).
Domenica, giorno della regata, ha fatto la sua comparsa la bora, costringendo gli organizzatori a posticipare la partenza.
1758 imbarcazioni hanno partecipato quest’anno e la gara è stata da subito appassionante: i vincitori hanno tagliato il traguardo dopo un’ora, accolti dalla folla di triestini e turisti accalcati sulle rive e sul molo Audace.
Le tue foto sono sempre bellissime! Concordo con te, quest’anno c’era proprio un’atmosfera speciale. Una grande festa in una cornice che non stanca mai :):
Ogni anno è un’emozione diversa e speciale… come per i tramonti! 😉
Capita Ally, che razza di cielo !
Hai fatto delle foto strepitose !
Tra l’altro adoro i treni storici mentre temo moltissimo la vostra famosa bora.
Non ce n’è…ogni volta che passo di qua mi prende una gran voglia di partire per Trieste.
Dovresti occuparti di promozione turistica tu perchè secondo me ci sai proprio fare !
Avrei però una domanda terra terra da farti (che magari ne hai anche già scritto ma io mi son persa il post) cosa mi consigli di assaggiare nella tua città, dolci compresi ?
Grazie per questi scatti bellissimi che mi han portata lontana dalla mucchia di panni in attesa sull’asse da stiro
A prestissimo
♥
Ma io li scrivo apposta per convincerti a venire a Trieste questi post, che ti credi?! 😀 In questi giorni appena passati mi sono sentita un po’ turista anch’io.
Per quanto riguarda le cibarie, è un po’ complicato stabilire cos’è veramente tipico triestino perché abbiamo avuto un sacco di influenze da paesi diversi: molti dei piatti considerati tipici a me non piacciono (comprendono per la maggior parte carne, interiora e pesce, che io non mangio), per cui mi butto sui dolci e ti consiglio assolutamente lo strudel di mele (in dialetto si chiama “strucolo de pomi”), le favette triestine (sono tipo delle palline bianche, rosa e marroni a base di mandorle e zucchero) ed il mitico presnitz (una bomba calorica di pasta sfoglia con ripieno di cioccolata, noci, mandorle, pinoli, uvetta, frutta e… insomma, ho reso l’idea). Quando verrai ti consiglierò le pasticcerie migliori!
Poi se ti piace il vino con un buon Terrano non si sbaglia mai (ma io sono astemia, quindi lo conosco solo per fama).