A zonzo tra condomini di basette e catapecchiette

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Mai e poi mai avrei anche solo lontanamente immaginato che un giorno, in questa attuale vita, avrei ammesso di mia spontanea volontà che c’è un posto in quel di UdinU che non fa irrimediabilmente cahà (come direbbe il toscano), eppure… quel che è giusto è giusto, qui lo scrivo e non lo nego, il parco del Cormor è effettivamente caruccio assai, ma mi tengo stretto il beneficio del dubbio riguardo alla possibilità che giochi un fattore fondamentale il gradimento della compagnia, nel qual caso il posto era così così, ma la persona che mi accompagnava era quella giusta.
Esaurita la doverosa premessa, veniamo al resto.

Memore del freddo artico patito sbattendo i denti lunedì pomeriggio, altresì noto come 22 AGOSTO (che dovrebbe essere sinonimo di giorno d’ESTATE *inoltrata*, quindi CALDO!), così bastardo dentro che mi ha fatto arrivare a casa da città in un tempo record di poco più di 11 minuti (quando solitamente se ne impiegano all’incirca il doppio, ma in condizioni climatiche pacifiche!) e che successivamente mi ha fatto vagare a mo’ di mina impazzita alla velocità della luce nel reparto frutta/verdura del supermercato noto per le temperature con punte di alcuni gradi SOTTO lo 0 (pazzi selvaggi!!!) e stazionare sull’unica piastrella posta tra le cosce di pollo e le merendine biologiche, amata dalla sottoscritta non tanto per la vicinanza alla zona “detersivi in offerta” quanto per l’arietta appena tiepida che la raggiunge… si diceva, memore di quel freddo là, ieri per recarmi in ex-territorio nemico ho voluto strafare mettendomi il maglioncino e portandomi dietro pure la giacchetta ye-ye, che alla fine è servita solo a dar forma allo zaino, peraltro non facendomi notare la desolazione di contenuti del suddetto, con conseguente dimenticamento di *qualsiasi* cosa utile, spazzolino da denti e macchina fotografica esclusi, per l’equilibrio della mia pace interiore.

Carrello al supermercato

Sul momento ho pensato di essermi vestita troppo, appena salita sul treno, ma lo spiffero di aria condizionata mi ha premurosamente fatto cambiare idea nel giro di 20 minuti. A metà tragitto vengo assalita da una paranoia nuova di zecca: e se a UdinU non scende nessun altro e io non riesco ad aprire lo sportello per scendere e mi tocca farmi venire a prendere a Venezia??? Succede, eh, anche alle persone più insospettabili… l’ho scoperto da poco e mi ha fatto sentire meno imbecille, ma non meno irritata nei confronti dei costruttori di maniglie per sportelli del treno, che dimostrano di non avere nessuna pietà verso noi povere non-muscolose-non-frequentatrici-di-palestre. Razzisti!
Fortunatamente avevano scelto la mia stessa destinazione anche un wannabe-manager, un quasi-scout attempato tedesco con tuta e accessori *tutti* rigorosamente in tessuto militar-mimetico (che era un po’ come veder camminare un cespuglio… ma contento lui!), una poco-vestita e molto-balconata ragazza di colore e un ragazzetto con le braccia ricoperte di tagli che mi ha fatto venire i brividi.
Comunque sono riuscita a scendere e a raggiungere il mio moroso, dotato di potente mezzo sottoforma di autovettura stavolta, e non la solita biciclettina, tanto per variare un po’.

Dopo aver cazzeggiato come solo noi professionisti siamo in grado di fare, e dopo aver pranzato come chiunque sa fare, siamo andati in questo parco chiamato Cormor dal ruscelletto (o è un fiumicello, boh) che lo attraversa: cammini cammini in mezzo al bosco, e poi… all’improvviso sbuchi in uno spiazzo sovrastato da un gigantico complesso moderno comprensivo di iper – mega – super – grande – sì – va – avanti – anche – lì – speravi – fosse – finito – invece – no – ben – ti – sta centro commerciale, di quelli che entri e hai la sensazione di essere in una città a se stante, e quando esci hai difficoltà a ricordarti anche le nozioni più fondamentali, tipo che anno è, come ti chiami, perché ti trovi lì, dove stavi andando, ecc…. . Ma -strano davvero- ci voglio tornare! E chi mi conosce bene sa quanto questo abbia a dir poco dell’incredibile!
Acquisti significativi: 3, 2 per me come regalo anticipato per il compleanno, 1 per il mio moroso, di cui però godrò anch’io i benefici perché trattasi del famigerato cavetto per collegare il suo cellulare (zeppo di foto indispensabili alla sopravvivenza!) al PC.

La sfiga, o chi per essa, ha voluto però che ‘sto piffero di cavetto non funzioni come dovrebbe, per cui ci toccherà in ogni caso tornare là e vedere che si può fare, e nell’occasione la sottoscritta si dedicherà ad un’attività a lei semi-sconosciuta: lo shopping volontario (cioè non indotto da stimoli esterni). Mah!

5 commenti

  1. La gentile utenza di Internet ha recentemente svolto le seguenti ricerche, per poi approdare in questo blog:
    @ coop roba da matti udine
    @ racconti di sculacciate
    @ voglio essere felice
    @ blog voglio essere felice felice
    Non male, direi! 😀

  2. Adoooooro gli iper-mega-super-etc.-etc., dove esercitarmi nella raffinata arte dello shopping (volontario, indotto o compulsivo che sia…) Ma se poi capita che… “La bimba Eileen è attesa alla cassa numero 827 dai suoi affranti peluches…” Ci si va insieme, così non rischio di perdermicivisi???

    • Si dice “adoooVo…”, un po’ di Vaffinatezza, suvvia! 😛 Per buona pace dei peluchi vedrò che si può fare!

    • Buona vacanza in Sardegna! Speriamo che il tempo lì sia più clemente di quello che imperversa in zona. Quando torni ci ribecchiamo senz’altro. Baci anche a te!

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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