Molto audace

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Audace è sinonimo di coraggioso, impavido, temerario. Può essere definito audace chi affronta a testa alta un pericolo, un ostacolo, una difficoltà. Possiamo associare questo aggettivo anche a chi è sul punto di trovarsi a tu per tu con un’avversità e invece di arrendersi facendo dietro front, raccatta tutte le armi a sua disposizione e prepara un piano di battaglia.

Per cogliere l’ispirazione, in un nuvoloso ma a tratti soleggiato pomeriggio, ho pensato non ci fosse luogo più adatto del molo Audace di Trieste, dove sono arrivata senza fretta indugiando un po’ nei dintorni, tra il Canale di Ponterosso e Piazza Unità d’Italia.

Canale di Ponterosso a Trieste © leeliah99.altervista.org
Canale di Ponterosso
Canale di Ponterosso a Trieste © leeliah99.altervista.org
Boetta gialla solitaria
Canale di Ponterosso a Trieste © leeliah99.altervista.org
La felpa DEME PASE (datemi pace, in triestino) potrei indossarla in svariate occasioni con cognizione di causa
Molo Audace a Trieste © leeliah99.altervista.org
Cielo e mare si confondono

Questa passeggiata di pietra che parte dove finiscono la Piazza e la strada, protendendosi verso il mare, è una gioia sia per i triestini che per i turisti, e non potrebbe davvero essere altrimenti.
Quel pomeriggio la foschia faceva incontrare di soppiatto il mare ed il cielo, ma nelle giornate di aria tersa l’acqua blu si distende fino a raggiungere i monti in lontananza, con il Castello di Miramare ed il Faro della Vittoria a fare da vigili testimoni.

molo Audace a Trieste © leeliah99.altervista.org
La rosa dei venti in cima al molo Audace
Molo Audace a Trieste © leeliah99.altervista.org
A due passi…
Molo Audace a Trieste © leeliah99.altervista.org
L’incontro

Quando si arriva in cima al molo Audace ci si ferma e per qualche attimo lo sguardo è catturato solo dal mare e dalla linea dell’orizzonte, da una nave in lontananza o da un gabbiano in volo. Si avverte quasi un sussulto quando poi, voltandosi per tornare indietro, si riprende contatto con quello che era rimasto dietro le proprie spalle: la frenesia del traffico, il vociare della gente e quello dei propri pensieri che ritornano a vorticare quasi con prepotenza, offesi di essere stati momentaneamente sfrattati.

Molo Audace a Trieste © leeliah99.altervista.org
Si passeggia

La foschia relega il sole dietro di sé, ma la luce che filtra è sufficiente a tracciare un sentiero sulla tela del mare.

Molo Audace a Trieste © leeliah99.altervista.org
Ancora un po’ di pazienza per il tramonto

Ci sono alcuni passi che so di dover compiere e tutti mi mettono un’ansia epica: non quel tipo di ansia su cui ridere sopra usandola per qualche divertente aneddoto, ma proprio quella tosta, che ti fa scorgere in lontananza la sagoma dell’attacco di panico che avanza alla carica.
Anche poche settimane fa mi è capitato inaspettatamente e con pochissimo preavviso di scegliere se fare o meno una cosa che comportava il dover superare in una volta sola parecchie mie resistenze ripotenziatesi dopo esser stata di nuovo male due estati fa. Ho avuto davvero poco tempo per decidere, ma sono stata veloce e determinata oltre ogni aspettativa realistica basata sui fatti dell’ultimo periodo: ho accettato e basta, tenendomi le paure e le mille domande senza risposta che il mio cervello impanicato continuava a vomitarmi addosso. Non volevo deludere la persona che mi aveva chiesto il favore e volevo poter rispondere a tutte quelle mille domande, una per una.
Riuscirò ad arrivare fino al luogo dell’incontro da sola prendendo due autobus senza sentirmi male? Mi farà un brutto effetto visto che saremo letteralmente a due passi dalla casa dove sono cresciuta? Sarò in grado di svolgere il compito per cui sono stata interpellata? Sarà sicuro andare a casa di estranei? Deluderò le aspettative di qualcuno? Avrò abbastanza energie per rimanere il tempo necessario, fare quello che ci si aspetta che faccia e riprendere altri due autobus da sola per tornare a casa?
Le altre 994 domande ve le risparmio! 🙄
Vi rivelo però le risposte principali: sono riuscita alla grandissima, non ho deluso né me stessa né altri, mi sono sentita accolta in quella casa e ritrovarmi proiettata nei luoghi del passato con quella enorme conquista in tasca è stato esaltante e tenero allo stesso tempo.

Sono stata in grado di fare tutto, ho ricevuto complimenti e ringraziamenti, sono tornata a casa fiera ed orgogliosa non solo di aver dimostrato a me stessa che è possibile decidere di portare avanti una scelta seppur con titubanza e dubbi, ma anche di aver aiutato delle persone in difficoltà togliendo un ostacolo di troppo dal loro già complicato percorso. E per non essere troppo criptica, che sennò poi mi bacchettate, il mio ruolo era di fare da interprete a casa di una famiglia nigeriana che parlava solo inglese e che aveva contattato un’associazione che fornisce aiuto ed assistenza ai più bisognosi, i cui intermediari invece parlavano pochissimo inglese. 😉 A livello prettamente personale, al di là del piacere di trascorrere del tempo a confrontarmi con persone che altrimenti non avrei avuto la possibilità di conoscere e di sentirmi ringraziare col cuore in mano persino sulle scale una volta usciti, mi ha fatto bene spostare l’asse dei pensieri verso un’altra area, cosa che accade quasi in automatico nel momento in cui devi concentrarti per entrare in sintonia con un accento sconosciuto e comunicare in un’altra lingua affrontando argomenti importanti a volte molto delicati, scegliendo le parole che sembrano più giuste ed adatte alla situazione.

Mi tengo stretta la sensazione di *farcela*, me la scolpisco nella memoria e la faccio diventare la mia boa di salvataggio, la mia àncora di salvezza, la mia bussola, il mio saldo appiglio.

Molo Audace a Trieste © leeliah99.altervista.org
Salda

(Ringrazio Szandri per questo suo post, che mi ha ispirata nella scelta della destinazione in quel pomeriggio).

13 commenti

    • Ne ho scritto apposta, come incoraggiamento: mi sa che ogni tanto verrò a rileggere queste righe.
      Grazie!

  1. Fai bene a riconoscere che sei stata brava, altrimenti si finisce col dare peso solo agli errori che facciamo e non va bene. 😉 Forse la voglia di far tacere i tuoi pensieri ti ha dato il coraggio di fare qualcosa di cui avevi paura, pur di non dargliela vinta… sfrutta questa cosa a tuo favore anche nelle prossime occasioni e ovviamente facci sapere come va. <3

    • Sfrutterò, sfrutterò, sono agguerrita. Terrorizzata, ma agguerrita, e non mi esimerò dall’aggiornarvi, promesso.

  2. Foto splendide, accompagnate da un racconto personale, che è proprio un bel mix! 🙂 Vorrei averlo anch’io un posto come il tuo molo dove ricaricare le energie e staccare per un po’ la mente. 🙂

    • Grazie! Riguardo alle foto ho un piccolo segreto che presto confesserò. 😎
      Sono molto fortunata a vivere in una bellissima città, me ne rendo conto. Ma dalle tue parti proprio niente niente di caruccio?

    • Diciamo che per una come me che adorerebbe stare vicino al mare il posto dove sto non va bene per niente, ma ogni volta che posso salgo in macchina e mi faccio un viaggio di tre e passa ore per raggiugnerlo e respirarmelo tutto.

  3. E’ bello aver un “ce l’ho fatta quella volta” da tenere pronto nella tasca ogni volta che si tentenna o si vacilla davanti ad un nuovo ostacolo.
    Ma quello che più mi colpisce di questo tuo post sono le foto.
    Delle foto davvero straordinarie.
    E non solo per il soggetto, che la tua è una città di per sè spettacolare, ma proprio per la qualità e l’impostazione dello scatto.
    Le avrò guardate cento volte !
    Complimenti davvero.
    buon fine settimana

    • Che contenta che mi hai fatto, sai che adoro il modo in cui fotografi, e adesso devo proprio rivelare il segreto a proposito di queste mie foto… in uno dei prossimi post, dai! 😉 Grazie di cuore e buon fine settimana anche a te, confidando in un tempo almeno a tratti clemente (e se proprio non smette di diluviare e tirare bora ruberò la ricetta di quella torta al cioccolato che hai postato nel tuo blog e chi s’è visto s’è visto). 😛

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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