Due giornate buone. Due giornate buone di fila. Che regalo!
E una passeggiata a ridosso del mare, a guardare in giù, verso quel blu intenso, trovandolo minaccioso e rassicurante al tempo stesso.
Poi il raffreddore, l’influenza, il mal di testa, i brividi, la pancia in un continuo lamento… tisane allo zenzero, miele e limone, spray di propoli peggio di un lanciafiamme in gola, interludi di chiacchieratine su WhatsApp, maratona di The Big Bang Theory, lettura di un libro scovato per caso mettendo la parola chiave “giardino” nel campo di ricerca del catalogo in biblioteca (vedi in fondo alla pagina).
Ci sono tante -tante tante- giornate impegnative, faticose, in perenne ed estenuante lotta con lo star male, ma sta arrivando la primavera, gente! E questo significa speranza e fiducia nel cambiamento, significa risveglio e rinascita, significa nuovo inizio!!!
Un primo assaggio è stato indugiare in un prato da cui spuntavano qua e là ciuffetti bianchi di margherite, vicino ad un albero di magnolia che si preparava a sbocciare e ad arbusti di camelie rosa e rosse già in piena fioritura.
Nel frattempo sul terrazzo si butta l’occhio ai vasi dimenticati delle passate stagioni, in attesa di essere seminati, concimati e riportati a nuova vita e ad antichi splendori.
Appena la bora concede tregua e l’energia mi diventa alleata mi concederò qualche lavoretto giardiniero, che le ipomee scalpitano e i nasturzi fremono.
Ecco un piccolo estratto dal libro di cui ho scritto all’inizio e che mi ha tenuto compagnia durante la giornata meno febbricitante.
Le descrizioni del giardino in cui si svolge l’intera trama sono davvero belle, la storia è particolare e a tratti commovente, merito della protagonista e della sua insolita adolescenza solitaria e taciturna, quasi invisibile.
[…] mi misi a piangere e per sfogarmi senza che nessuno mi sentisse corsi alla finestra, che spalancai. Mi impregnò il profumo del giardino che si apriva alla primavera. Colsi l’odore dei narcisi e delle violaciocche, vidi, quasi li avessi davanti agli occhi, i cespugli delle azalee fiorite. Udii il fruscio dei rami, il leggero frastuono dell’onda che, lontano, lambiva la sponda rocciosa. Ebbi la mente piena di visioni di alberi, di pergole, di aiuole, di viali; rividi il chiosco di caprifoglio dove l’ombra era verde anche quando il sole risplendeva; rividi il mio albero di mimosa sensitiva col fogliame chiuso in quell’ora, serrato nel suo mistero. Il giardino di villa Bra mi fu tutto presente fino ai più lontani angoli e recessi.
Asciugai il mio pianto, non pensai più a niente. C’era un sortilegio nella notte silvestre che incantava tutti i miei sensi. In me l’essere intimo rispondeva senza che lo volessi, senza che neppure lo sapessi al richiamo notturno di tutto ciò che era vegetale, vitale ed arcano. Mi ritirai nel mio letto, lasciando la finestra aperta. E il giardino, il suo profumo notturno, il suo silenzio frusciante, mi consolarono.
{ La ragazza in giardino / Marise Ferro}
Condivido l’amore per The Big Bang Theory e per la “semina”… mi mancano moltissimo le mie piantine.
Qui con il primo assaggio di primavera è tutto un far spazio sul terrazzo in attesa della mostra mercato della prossima settimana dove temo arricchirò senza ritegno qualche fortunato venditore di bulbi e semini.