Ma ci deve proprio sempre, *sempre* essere una nota stonata? O siamo noi esseri umani con l’orecchio troppo sensibile ai suoni sgraziati?
Questi pochi giorni di “festa”, caratterizzati da ritmi diversi dalla quotidianità settimanale lavorativa, sono stati generosi di bei momenti, piccole cose piacevoli, istanti da ricordare, obiettivi raggiunti, risate, chiacchierate, mangiate, passeggiate… ma anche di sfuggenti ricordi dolorosi, amarezze appena accennate ed indesiderate, remoti e quasi sopiti desideri di novità e cambiamenti, bisogni annaspanti in una pozza fangosa di paura ed insicurezza. *sospiro fugace*

Ho il cavetto per trasferire i dati dal cellulare al PC: le foto sono venute carine quasi tutte e continuerò a farne, ricordandomi di non usare lo zoom per evitare l’effetto pixelato. È pazzesco se mi metto a pensarci: giudicavo male chi gironzolava ovunque col telefonino a portata di mano, pronto a scattare fotografie a qualsiasi cosa, ma adesso non posso fare a meno di considerare anche il fatto che -se usato con rispetto- può regalarti ricordi carini che altrimenti non avresti. C’è poco da dire: in certe occasioni proprio non ci sta di tirar fuori una macchina fotografica e metterti ad armeggiarcisi, ma un cellulare piccolo piccolo non dà fastidio a nessuno essendo cento volte meno invadente.
Oltre alle fotine, ho chiesto al mio moroso di adattare l’inizio di una sua canzone che mi piace un sacco in modo da farla diventare la sua suoneria personalizzata per quando mi chiama: è venuta molto carina, il suono ricorda un po’ la celebre colonna sonora di “Profondo Rosso”, ma è comunque un “pezzo esclusivo” solo per me, per cui sono soddisfatta. Vedrò se riuscirò a cimentarmi con le mie doti di compositrice e creare un capolavoro senza eguali.

Come al solito metà dei pensieri che volevo esternare sono per il momento dispersi, ammollo nella zona limbo del mio cervellino sonnacchioso. Ma prima o poi li stano.