Chi come me è stato bambino negli anni ’80 ricorderà sicuramente ancora a memoria almeno una delle sigle cantate dalla regina dei cartoni animati che è Cristina D’Avena. Io di certo!
Così, quando alla fermata dell’autobus vedi affisso un manifesto che pubblicizza la sua presenza letteralmente sotto casa non puoi far altro che prendere per mano i tuoi ricordi d’infanzia e piazzarti attaccata al palco sperando di sentire alcuni dei tuoi motivetti preferiti.
Io e Liny eravamo pronte a lanciarci nei più imbarazzanti ed estemporanei coretti, ma ci siamo dovute sorbire 1 ora e ½ di sproloqui dal simpaticissimo (così dicevano) “presentatore” che si è limitato a lanciare battutine e doppi sensi del tutto fuori luogo ad ogni occasione, propizia o meno (immagino che i bambini avranno gradito, come no!). Non me ne voglia, ma ha avuto la mia simpatia solo per i primi due minuti, quando ha guadagnato il centro del palco e ha fatto notare che non gli era mai successo prima di dover salutare un pubblico che non aveva ancora emesso un solo ed unico applauso. Noi triestini siamo ben noti per essere dei tipi espansivi, facciamo ammenda.
Allo stremo della resistenza ci ha raggiunte Fay, incuriosita dal mio ultra entusiastico invito, e poco prima che Liny fosse costretta ad abbandonare la postazione causa impegno non prorogabile, con un non proprio elegante ritardo di 90 minuti ecco spuntare al nostro fianco, ma proprio a pochi centimetri (ha sempre senso piazzarsi praticamente a ridosso dell’unica scala che conduce al palco, nevvero?) quel concentrato di sorrisi ed allegria che dopo trent’anni suonati di carriera sembra ancora una giovinetta.
Vi dirò: il suo entusiasmo e la sua carica sono contagiosi. Forse per farsi perdonare per la lunga attesa ha iniziato subito con un cavallo di battaglia: Occhi di gatto… come non cantarle dietro e senza remora alcuna!
Ma mi credete se vi dico che tra le circa 200 persone presenti più di qualcuno sembrava quasi commosso? E tra l’altro -con mio sommo stupore- tra il pubblico non c’erano soltanto bimbe, ragazzine, ragazze o giovani donne (chi ha detto vecchie???!!!), ma parecchi maschi, uomini grandi e grossi della mia età che sapevano a memoria *tutte* le parole e non esitavano a cantarle a squarciagola agitando anche i braccini con una certa pseudo-contenuta foga.
Ho sentito gente chiedere scusa a mogli e mariti (pure ai figli in qualche caso) per essere saliti sul palco ed aver regalato performance memorabili e stonate all’inverosimile di pezzi da novanta come Mila & Shiro due cuori nella pallavolo.
Nella mia personale TOP 3 delle sigle preferite ci sono senza ombra di dubbio quelle di Jem, Magica Emy ed Evelyn e la magia di un sogno d’amore: nessuna di queste è stata scelta per essere cantata dal vivo, ma tra Puffi, Licia, Memole e Lady Oscar il repertorio è talmente vasto da accontentare un po’ tutti, spaziando tra diverse generazioni.
Vi regalo per chiudere in bellezza questa perla di video in cui potete ammirare -oltre all’entusiasmo di Cristina- anche l’evidentissima capacità della sottoscritta di mantenere un certo decoro, non mettendosi a ridere mentre canta puffdavvero facendo tremolare la mano.
Due estati fa era in tournee con i Gem Boy…tra risate e canzoni ho visto e cantato uno dei più bei concerti di sempre… 🙂
Oh bene, sei anche tu un estimatore! 😉
Ah bei tempi quelli quando eravamo bambine…per fortuna si è fatta perdonare cantando subito la sigla del mio cartone preferito “Occhi di gatto”, così sono andata a casa contenta. Ancora ora ricordo con piacere i pomeriggi a giocare con le mie sorelle a far finta di essere loro, avventura dopo avventura, trasformando il letto a castello in elicottero 😉
Chi meglio di voi? Siete tre sorelle… perfetto! 😛
Ahahaha mi sarei divertita da matti 😀
È stato decisamente divertente, lo ammetto.
Chissà, magari capiterà anche dalle tue parti. Qui è stato decisamente poco pubblicizzato: se il centro commerciale in questione non fosse stato così vicino a dove abito neanche l’avrei saputo.
C’ero pure io:sono in una foto e ho fatto la foto con lei alla fine.