Foto: Canon Powershot G5 X e PicMonkey

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Parliamo di macchine fotografiche: compatte, bridge, mirrorless, reflex

Quando qualcuno mi fa i complimenti per le foto che posto qui nel blog mi brillano gli occhi dalla soddisfazione.
Mi è sempre piaciuto fotografare, e con il tempo ho affinato un gusto personale e delle tecniche preferite. Oltre ad avere ormai una spiccata predilezione per paesaggi, natura e macro, ho capito che tipo di macchina fotografica fa davvero al caso mio, superati con l’esperienza mille dubbi e tentennamenti durati anni.
Ho iniziato un po’ più seriamente a dedicarmi alle foto acquistando nell’aprile del 2008 una bridge Canon, che come dimensioni assomigliava ad una reflex, faceva delle macro fantastiche e strizzava l’occhio agli utenti più amatoriali con diverse funzioni automatiche accattivanti. Con lei ho scattato le mie prime foto notturne decenti grazie all’aiuto di un treppiede o del muretto sotto casa di quando abitavo “per le alte” -come si dice qui a Trieste– e vedevo tutta la città e il mare.

Non è affatto vero che le dimensioni non contano: contano eccome, soprattutto se inizi ad avere un problema cronico alla spalla e la bridge appesa al collo pesa un po’ troppo tra corpo macchina e batterie.
È andata a finire che con disappunto di alcuni amici che hanno apertamente -per quanto bonariamente- disapprovato la mia decisione, ho chiuso nel cassetto la bridge e ho comprato un gioiellino della Sony: una compatta minuscola e leggerissima color rosa pallido con touch screen ed uno zoom bello potente (non spinto come quello della bridge, ma più che accettabile).

Sony Cyber-Shot TX5 © leeliah99.altervista.org
Sony Cyber-Shot TX5

Con lei ho fatto centinaia di foto più che soddisfacenti e pur non essendo una grande avventuriera mi sentivo tranquilla anche in condizioni avverse, sapendo che la mia compattina funzionava anche sott’acqua, che era a prova di polvere o sabbia e reggeva bene anche temperature particolarmente rigide senza che la batteria ne risentisse troppo. Nonostante la rovinosa caduta subìta in una rocambolesca notte di ferragosto, la piccola Sony ha continuato imperterrita a fare belle foto, anche controluce o in locali poco illuminati.
Ha iniziato a darmi problemi dopo circa cinque anni di intenso utilizzo, quando lo schermo LCD si è rovinato e rispondeva sempre più lentamente ai comandi.

Avendo ormai scartato definitivamente l’idea di una reflex (troppo ingombrante), inizio ad informarmi su quale macchina potesse degnamente sostituire la mia fedele compattina. Dopo diversi ragionamenti, ha iniziato a formarsi nella mia testa il pensiero che una mirrorless potesse essere la risposta giusta, trovandosi a metà tra una compatta ed una reflex, con possibilità di scegliere tra diversi obbiettivi anche professionali mantenendo lo stesso corpo macchina minuto. Decido per casa Nikon stavolta, il colore resta rosa (per la gioia di chi si diverte a prendermi in giro) e fin da subito noto con piacere l’ampliarsi delle possibilità fotografiche che questa mirrorless mi offre rispetto alla bridge e, ovviamente, alla compatta.

Nikon 1 S1
Nikon 1 S1

Fotografiamo insieme andando d’amore e d’accordo per un paio d’anni, finché la mancanza dello zoom, del touch screen e di finanze a disposizione per poter comprare ottiche aggiuntive inizia a pesare sempre di più, e ricominciano le ricerche sul web, che terminano quando trovo lei, la nuova compatta della Canon con prestazioni semi professionali, LCD orientabile, più un mucchio di altre robine interessanti. Peccato costi così tanto, mi dico, e rinuncio.
Rinuncio a comprarla per il momento, ma non a controllare quotidianamente i prezzi in rete: la perseveranza viene premiata quando un giorno, inspiegabilmente, Amazon abbassa il prezzo di quasi 200 euro. Superato l’episodio tachicardico, faccio due conti, decido che voglio fare questa pazzia, ricarico la carta prepagata e la compro. È stato esaltante scoprire che già il giorno successivo il prezzo era risalito, ma ormai io ero tranquilla con il mio acquisto già confermato e gongolavo senza ritegno.

Le prime foto con la Canon Powershot G5 X sono state quelle del post Molto audace e da quel momento in poi ho sempre usato lei: la porto nella borsa senza problemi di spazio o torcicolli, è resistente e, nonostante alcune critiche trovate in vari siti di recensioni, devo dire che la batteria è più che sufficiente per un intenso pomeriggio di fotografie (ma mi porto sempre dietro una batteria di scorta, non si sa mai). Pur dovendo ancora prendere dimestichezza con le varie funzioni, soprattutto per quanto riguarda messa a fuoco e profondità di campo, mi ci trovo più che bene. Alcuni hanno avuto da ridire sull’aspetto (no, stavolta non è rosa!), ma a me piace anche esteticamente.

Canon PowerShot G5 X
Canon PowerShot G5 X

Parliamo di PicMonkey: come migliorare una foto in 7 passaggi

A chi non ha intenzione di spendere cifre astronomiche per mettere le mani sull’ultima versione di Photoshop e non ha né la pazienza né le capacità tecniche di studiare come funzionano gli altri programmi di fotoritocco in circolazione, posso consigliare un editor online gratuito (con la possibilità di accedere a pagamento ad ulteriori fantasmagoriche funzioni, ma a noi va benissimo anche la versione poracci) che di nome fa PicMonkey. Essendo online non bisogna scaricare o installare nulla sul proprio computer e lo si può usare ovunque ci sia accesso alla rete.

Partendo dal presupposto che una foto può essere sempre migliorata con pochi e semplici accorgimenti (sono lontani ormai i tempi in cui ci si dava dentro con la saturazione, i bordini colorati e gli effettoni stroboscopici… vero?), vi mostro come sistemo le mie foto prima di pubblicarle. I parametri possono variare leggermente a seconda dell’immagine, ma in linea di massima ecco come rendo più appetibili le fotografie che scatto.

Per prima cosa andate su picmonkey.com, cliccate su Edit e successivamente sulla fonte dove si trova l’immagine che volete modificare.

PicMonkey: editor gratuito online
PicMonkey: editor gratuito online

Vi troverete davanti la schermata di lavoro e l’anteprima della vostra foto.
I simboli in grigio alla sinistra richiamano i vari menu con le rispettive funzioni. Noi in questo tutorial ne vedremo nello specifico soltanto 4, ma sperimentate liberamente anche con gli altri.
L’aspetto più riuscito di PicMonkey è che pur essendo in inglese è molto intuitivo, quindi non fatevi scoraggiare.

1) Basic Edits – Exposure

Cliccate sul primo simbolino, quello che in tutti i programmi di photo editing corrisponde alla funzione crop, cioè al ritaglio, che in questo caso viene utilizzato per indicare tutte le funzioni di miglioramento di base.
Aggiustiamo l’esposizione generale della nostra immagine: provate con il pulsantone giallo Auto adjust, che di solito fa bene il suo lavoro. Se non vi soddisfa, regolate manualmente i vari parametri sottostanti spostando con il mouse il pallino verso destra o verso sinistra e valutando i risultati guardando l’anteprima della foto cambiare in tempo reale. Quando avete finito cliccate sul pulsante verde Apply per confermare le modifiche.
Nel caso doveste pentirvi subito dopo, nella barra grigia sopra la foto trovate le freccette per tornare al passaggio precedente annullando le modifiche appena fatte, mentre il simbolo a fianco vi permette con un semplice click di visionare la versione originale della foto com’era in partenza (rilasciando il mouse rivedrete immediatamente l’immagine com’è al momento attuale).

PicMonkey Basic Edits: Exposure
PicMonkey Basic Edits: Exposure

2) Basic Edits – Sharpen

Ora passiamo a ridefinire i dettagli della nostra immagine.  Qui la faccenda è soggettiva: a volte preferirete mettere in risalto un soggetto all’interno della foto, altre volte questo passaggio non lo riterrete necessario (ad esempio nei paesaggi). Un consiglio spassionato è di non esagerare: mantenetevi bassi con questi valori, io non vado quasi mai oltre al 10. Il comando Sharpen sottolinea i contorni, mentre Clarity esalta la luminosità della foto.

PicMonkey Basic Edits: Sharpen
PicMonkey Basic Edits: Sharpen

3) Effects – Orton

Lasciamo un attimo il menu Basic Edits e clicchiamo sul simbolino grigio sottostante, la bacchetta magica, che racchiude gli effetti, cioè Effects. Ce ne sono di tutti i gusti, anche tra quelli accessibili gratuitamente, ma io ne uso principalmente solo un paio, i primi due nella lista.
Orton sarebbe la versione che in molti altri programmi viene chiamata Bloom: io non la uso per dare quell’effetto sfocato che trovo poco appetibile, ma per intensificare i colori ed illuminare l’immagine senza perdere i dettagli che abbiamo appena sottolineato con lo strumento Sharpen. Al contrario del passaggio precedente, qui sposto al valore massimo i primi due comandi, mentre con il terzo regolo quanto voglio sia evidente il cambiamento nell’immagine finale (più alto il numero, meno evidente la modifica).

PicMonkey Effects: Orton
PicMonkey Effects: Orton

4) Effects – Cross Process

Questo è il mio preferito, perché toglie quella patina leggermente asettica che si ottiene quando non si scatta con una luce adatta e regala invece alla foto un tono più caldo (se scegliete la versione Green virerà verso il verde, Blue verso il blu, Red verso il rosso). Con Fade, anche qui potete regolare l’intensità dell’effetto come lo desiderate.

PicMonkey Effects: Cross Process
PicMonkey Effects: Cross Process

5) All Themes – Vampires – Nosferatu Dawn

Non lasciatevi ingannare dal nome minaccioso, non aggiungeremo pipistrelli con canini aguzzi né schizzi di sangue (per quanto con PicMonkey potreste facilmente farlo). All’interno dell’ultimo menù, quello contrassegnato con una mela, si nascondono tantissime diverse possibilità raggruppate per temi. Provandole tutte, mi sono imbattuta in Nosferatu Dawn sotto il tema Vampires, un ottimo strumento per esaltare le parti scure all’interno dell’immagine. Per non appesantire troppo la foto snaturandone completamente i colori originali (a meno che non sia proprio quello il vostro obbiettivo), vi consiglio di regolare il comando che regola i neri, Blacks, su 50% e lasciarlo agire solo in minima parte sull’immagine (90% è il valore che uso di solito, ma a volte arrivo anche al 95%). Il risultato sarà davvero sottile, ma secondo me fa la differenza.

PicMonkey All Themes: Vampires Nosferatu Dawn
PicMonkey All Themes: Vampires Nosferatu Dawn

6) Text

Per aggiungere del testo, una didascalia o semplicemente il © per (tentare di) proteggere le vostre foto, c’è il menu Text: potete scegliere tra diverse font fornite dal programma o accedere a quelle installate sul computer che state usando. Si aprirà una finestra dedicata con le varie opzioni a disposizioni: colore, intensità, allineamento, grandezza, ecc. … . Sbizzarritevi!

PicMonkey Text
PicMonkey Text

7) Save

Non resta che salvare l’immagine migliorata. Cliccate su Save nella barra grigia sopra la foto, scegliete nella nuova schermata che apparirà come volete chiamare la nuova immagine ed il livello di qualità che preferite fra tre possibilità (Roger: file di piccole dimensioni e bassa qualità; Pierce: medie dimensioni e buona qualità; Sean: grandi dimensioni e massima qualità). A seconda dell’uso che vorrete fare della foto, scegliete e salvate.

PicMonkey: prima e dopo il ritocco
PicMonkey: prima e dopo il ritocco

Se anche voi siete appassionati di fotografia spero abbiate trovato qualcosa di utile in questo post e che se avete domande non facciate i timidi, lasciando un commento qui sotto. 🙂 Mi piacerebbe sapere che tipo di macchina fotografica avete, cosa vi piace fotografare, quale programma di editing usate e perché l’avete scelto.
Per le prossime foto, a presto qui sul blog!

10 commenti

  1. Io uso una Nikon e per fare piccoli ritocchi uso Picasa. 🙂 Ma non me ne intendo granché a dire il vero! Però mi piace scattare fotografie, questo lo sanno anche i muri!!! Non conoscevo PicMonkey, ma adesso proverò ad usarlo.

    • Ti piace fotografare e a giudicare dai risultati che vedo su Instagram ti riesce benissimo! ❤️

  2. Certo che la macchinina tutta rosa è bellissima !

    Io sono una di quelle che gira con la spalla macilenta, soprattutto d’estate, quando la tracolla della reflex mi sega la pelle e mi regala il brivido di un ematoma permanente,
    Ho una vecchissima Canon 400, più una serie di ottiche fantastiche anche se finisco per usare sempre le stesse due perchè di portarmi dietro pure la sacca con gli obiettivi non se ne parla.

    Di buono c’è che a breve passerò ad una 70, sempre ingombrante ma decisamente più leggera.
    Comunque devo dire che sono talmente abituata ad avere una zavorra attaccata alla spalla che quando mi capita di lasciarla a casa è come se mi mancasse un pezzo di me.

    Per la post produzione uso il classico Photoshop o se ho fretta il Picasa.
    Conosco comunque anche Picmonkey ma ho poca pazienza per quel che riguarda l’attesa del caricamento dei file….se ho quaranta foto da mettere a posto vado fuori di testa davanti a quelle rotelline che girano durante l’upload !

    Mi è piaciuto molto questo post…non conoscevo questa tipologia di macchine e ora credo me le andrò a guardare per capire meglio le loro caratteristiche….io resto fedele alla reflex ma magari potrebbero interessare a qualcun’altro della famiglia 😉

    a presto

    • Un po’ mi manca la piccolina rosa, lo ammetto, ma con la nuova mi sento più professional! 😛
      Il binomio “uscita con la macchina fotografica” + “pomata all’arnica rientrata a casa” mi aveva proprio stufata, quindi la mia rinuncia per ora definitiva alle reflex era obbligatoria.
      PicMonkey se devi editare tante foto in batch non è l’ideale, hai ragione, in quei casi uso un altro programma in cui puoi impostare dei parametri preferiti e poi fa tutto lui in pochi minuti: una pacchia! 🙂
      Se ti serve qualche parere/consiglio chiedi pure, son qua. Buona domenica!

  3. Mi sento un po’ outsider perchè ho sempre fatto foto giusto per il divertimento di farle e postarle sui social per cui fotocamera dello smartphone, un paio di filtri di Instagram schiaffati a caso e via. Sono una brutta persona?? 😮

    • Mi hai fatto ridere! 😀 La fotografia è una forma di espressione per tutti, non solo per chi ne fa una professione, quindi continua a schiaffare filtri e a instagrammare in libertà.

  4. Io sono sempre stato attratto dalla Reflex, fin dalla tenera infanzia, mi dava un senso di affidabilità e professionalità ineguagliabili. Con la tecnologia che avanza ammetto di non disdegnare al giorno d’oggi qualche scatto fugace con l’iPhone ma la Reflex resta il primo e unico amore. Cioò detto, alcune compatte di fascia media acquistabili a poche centinaia di euro permettono risultati discreti nelle sapienti mani di un bravo fotografo.

    • Con una reflex in mano ci sentiamo tutti istantaneamente più fighi! 😎 Sono d’accordo sul fatto che l’occhio del fotografo sia fondamentale.

  5. Uh uh , ci sveli i tuoi segreti fotografici!! XD Grande, ne farò tesoro!! Io ho uno compatta tenuta insieme per miracolo, ce l’ho da tanti di quegli anni ormai, ma spesso “rubo” quella gigante super professionale (e super pesante, capisco la tua povera spalla!!) di mio fratello… soprattutto quando siamo insieme a fare qualche gita e se la scorrazza in giro lui!! 😀
    Proverò questo programma, nno sembra difficilissmo da usare, vediamo se riesco a dare un tocco di classe alle mie foto. 😛

    • Hai visto? Se ti saranno utili mi fa piacere. Ti invidio un po’ il fratello porta-reflex, me lo presti qualche volta? 😉

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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