Tra poco (poco… da quanto lo dico?) non dovrò più uscire di casa due ore prima per giocare d’incastro con gli orari degli autobus e non prenderò più l’amato tram per rientrare.
Ieri ci stavo pensando mentre mi godevo -si fa per dire- la sensazione dei durissimi sedili di legno: mi piace il tragitto in tram perché pur essendo sempre lo stesso non è mai uguale, merito della varietà umana che capita di incrociarci. Il bellissimo ragazzo peruviano col bimbo in braccio, la coppia di tedeschi che fa su e giù per fare fotografie da ogni angolazione possibile, i gruppi di giovani spagnoli caciaroni, i bambini entusiasti per il loro primo giro, gli americani che puntualmente si spaventano quando vedono quant’è ripida la salita che si apre dietro la prima curva e domandano se è mai successo che il tram sia scivolato all’indietro per non aver preso abbastanza rincorsa. E io ogni volta indico ai turisti il posto migliore da cui godersi il panorama che sovrasta la città e loro lì a ringraziare in un italiano stentato e a dirmi “che fortuna abitare qui”.
Dopo essere scesa ho ancora un po’ di strada da fare, mi godo la vista a strapiombo sul mare, imbocco il viale d’ingresso, intravedo il bassottino della vicina che gioca a nascondersi dietro i mucchietti di aghi di pino pigramente abbandonati da Pepy il giardiniere, saluto la signora che continua a chiamare Ottaviooo e non si accorge che il cagnetto è là che se la ride e finalmente approdo a casa… ma casa dov’è? ^_^
Gentili lettori, sabato si fa il primo giro di trasloco, e che Zhu Zhu vegli su tutti noi.
P.S.: ho la cassettiera!
Mi sto prefigurando incredibili scenari a strapiombo per la tua nobile dimora Ally 😀
Pensa a quando organizzerò il tour in funivia per venirmi a trovare! 😉