Dalla Toscana con… mountain bikes, caldo torrido e tonnellate di crostini

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Che la Toscana sia bellissima non c’è bisogno che lo scriva io, ma forse non tutti sono consapevoli di quanto siano inspiegabilmente buoni i crostini che ti danno come antipasto. Tu sei lì, colpevolmente consapevole di aver appena ordinato una pizza che non ti basteranno 2 giorni per dimenticare, e ti strafoghi senza ritegno di questo pane dal sapore divino, che secondo me era l’alimento principale di quei furbacchioni che abitavano sull’Olimpo, altro che miele, ambrosia e nettare degli dei… crostini toscani col salame piccante mangiavano, altroché.

Il viaggio d’andata l’ho trascorso raggomitolata a mò di ragnetto timido sulla poltroncina del treno, tentando di dormicchiare per escludere i deliziosi urletti di un’orda scatenata di bimbidi giapponesi ultra vispi dandoci dentro con il cd appositamente preparato per il viaggio. Tutta previdente!
A Firenze mi sono resa conto di quanto fosse stata indispensabile alla sopravvivenza fino a quel momento l’aria condizionata, che NON era prevista nel trenuncolo che andava a Pisa. E lì il colpo di genio del folletto, in collaborazione con il nostro alleato indigeno: ci risparmiamo 20 minuti di treno (che sarebbero potuti essere letali!) e si scende in allegria a Pontedera, piccola e ridente stazioncina caratterizzata da impressionanti correnti d’aria e da un baretto frequentato da ubriachi cantori. Per fortuna il nostro autista-chaperon è arrivato in tempo a salvarci e ci ha condotto con la sua macchinina PRIVA di aria condizionata (mapecché???) fino al fresco Bed&Breakfast dove la sottoscritta già prevedeva un immediato volo ad angelo sul letto e successivo stazionamento sul suddetto per almeno 1 ora… ma non aveva previsto la calorosa e “ciacolosa” accoglienza delle gestrici del B&B che ci hanno intrattenuto per quei 2 giorni tipo a parlare del caldo e della disinfestazione per le zanzare tigre (sì, che hanno banchettato in massa sul mio braccio e la mia mano, per non parlare delle caviglie e dei piedi!) e simili RIMANDABILI piacevolezze.
Una volta guadagnata la stanza da letto -un passetto alla volta con inimitabile disinvoltura- non ne sono uscita finché non si è fatto pressante il desiderio di visitare il bagno (bello, fra l’altro, con una vasca che manco a casa mia me la sogno così grande!).

Bed&Breakfast a Calci in Toscana © leeliah99.altervista.org
Bed&Breakfast a Calci

Dopo un micro giretto nei dintorni siamo andati a Pisa a vedere il Campo dei Miracoli e la troppo famosa Torre: siamo capitati là che il sole stava giusto tramontando e direi che era proprio il momento ideale perché c’era una luce molto suggestiva. Dopodiché tutti a cena in un ristorante molto carino dove abbiamo desinato nel giardino illuminato quasi esclusivamente da candele e dove ho mangiato l’insalata più buona della mia vita… o forse era solo la fame bbestia!!!
La notte è stata quasi insonne, ma tanto già si sapeva che son fatta strana e devo “prender confidenza”… boh! Non è che bisogna per forza far amicizia col cuscino per poter dormire, dico io, ma che ci posso fa’?

L’indomani abbiamo stoicamente affrontato il lunghissimo e TUTTOSOTTOILSOLE viale che portava alla Certosa di Calci, che mi ha fatto venire in mente un po’ Villa Manin, e poi via a pranzo a casa del toscano che doveva essere vicino (“ancora 10 minuti e siamo arrivati!”… dopo 20 minuti… “ancora 5 minuti e ci siamo!”… ma non erano 10 20 minuti fa???) e invece ci abbiamo messo mezza giornata… quel tanto che bastava per far allungare il mio stomaco fino al paesino successivo e farlo bussare con insistenza alla prima porta, che sembrava il seguito trash-splatter di Alien… e infatti la tipa che ha aperto ha chiesto subito “ma Sigourney Weaver?”.

La spaghettata nella confortevole (ehm!) e ingegnosa-di-spazi dimora del toscano ha placato la fame del mio stomaco, e il PC lì vicino (beh, lì TUTTO era vicino!) la sete di posta elettronica e di blog.
E qui arriva il momento topico: il raccattamento del mio moroso in stazione a Pisa… ma… ecco che un incendio di sterpaglie sulla linea ferroviaria minaccia la nostra missione e compromette la situazione, costringendoci a ricorrere al PIANO B, cioè far scendere a Pontedera pure lui per recuperare tempo sul ritardo e andare a prenderlo direttamente lì. Detto fatto… sì, come no, perché se non lo sapevate le strade in Toscana cambiano e si allungano soprattutto a seconda dei momenti della giornata, per cui ci abbiamo messo quasi 1 ora, contro i 40 minuti previsti. Il mistero s’infittisce vieppiù e vieppiù!
Il mio moroso -ovviamente- aveva saggiamente deciso di portarsi dietro la sua bici (perché a Maratea non esistono esemplari di quel genere!) che ha poi simpaticamente occupato quasi per intero i sedili posteriori della macchina, costringendoci a stare in 2 nello spazio che prima della barbara occupazione era occupato più o meno dalla mia coscia… che comodità! Ma evidentemente tutte le botte che ho preso sul cranietto contro il finestrino mi hanno fatto bene perché ero abbastanza spensierata e il badilino punitivo che avevo affilato negli ultimi giorni è rimasto inutilizzato.

Arrivati al B&B entriamo arrampicandoci su per i muri con le ventose per evitare la seconda parte del racconto sulla disinfestazione ed arriviamo incolumi nella nostra stanza, d’accordo di trovarci con gli altri 2 compagni di avventure alle 19.45 PRECISE… ora in cui arriva un inquietante messaggino con scritto “siamo in MOSTRUOSO ritardo, blah blah”. Bene, si può fare con calma allora… no… perché come spiegavo prima le strade lì cambiano, forse anche a seconda dell’umore di chi guida, per cui NON ero neanche lontanamente pronta quando era ora di partire per andare a prendere a Pisa un amico del toscano che ci aspettava tristemente sull’uscio di casa alle 20.00, e ci ha visto praticamente 2 ore dopo! Ma lui, essendo toscano, probabilmente sapeva della faccenda delle strade mutanti!
Stavolta cena a Tirrenia, sul mare, in un ristorante di cui ricorderò con affettuosa simpatia le pale per l’aria sul soffitto che ballavano l’hula-hoop e con eterna riconoscenza i CROSTINI!!! La pizza? Bah, chi la pensava quella… passatemi un’altra quintalata di crostini, va, e anche quei cosini vicino ai funghi che nessuno sa cosa diamine siano ma sono buonerrimi!!! E non ditemi che li avete finiti che vi lancio nella vasca delle aragoste incattivite qua dietro, così si vendicano poverine!
Ah siggnur, il tragitto di ritorno è stato esilarante, ma non posso raccontare gli ameni argomenti che hanno animato la conversazione perché sono un po’ “pokki” e io sono una brava bimba innocente e pura! Sì… anche questo è esilarante, ok, ritiro tutto!
Col cuscino ormai ci davamo del tu, per cui ho dormito bene… del mio moroso non occorre che specifico perché l’essere dorme in qualunque condizione spaziale/climatica/rumorifera, beato lui!

Simpatia toscana © leeliah99.altervista.org
Simpatia toscana

Il giorno dopo il folletto è risalito verso casa, tanto la Toscana la rivede tra poco, mentre io mi godevo l’incontro tra il mio moroso e la ragazza del B&B (“però, homplimenti, te lo sei scelto bene, non gli manha proprio niente!”… senti, ciccia, tanto coccola e tutto ma se non smetti di mangiartelo con gli occhi e di fare pensieri osceni fra poco mancherà a te qualcosa!!!) e poi pure sua madre (“ma he harino, he begli ohhi!” … sì, e come ha detto l’oggetto di cotanto desiderio, non è un peluche, ma se gli schiacci il pancino dice 5 frasi: pipì, pupù, ho fame, questa è la mia morosa, sono laureato in filosofia!). Però ‘sta cosa mi fa ancora ridere… lui invece se glielo ricordo frigna sommessamente!
Totalmente ammaliate dal suo fascino comunque, le gestrici ci hanno concesso il noleggio delle mountain bikes agratisse, per cui abbiamo affrontato il vialetto che portava in paese, quello TUTTOSOTTOILSOLE e INSALITA, con le bici, con lui che mi teneva una mano sulla schiena e mi spingicchiava quando facevo troppa fatica… che tesorino premuroso, vero?

A pranzo siamo andati nel primo posto comparso alla mia vista (basta pedalare!!!) e la signora dopo l’iniziale meraviglia alla nostra richiesta di cibo (guardi che RISTORANTE questo vuol dire, sa?) ci ha condotto per mille corridoietti e scalini in una stanza dove c’era un dalmata gigantesco fighissimo e dove abbiamo mangiato du’ spaghi e la solita immancabile insalatona. Poi uscendo il mio moroso mi ha confessato la sua voglia di cioccolato fondente, ma mi ha spiegato che non è “da uomo” rientrare e comprarsi la cioccolatina, per cui mi sono prestata a compiere questa missione per amor suo: sono un tesorino pure io o no?
Nel tardo pomeriggio abbiamo curiosato un po’ nei dintorni a piedi, abbiamo studiato un po’ di botanica (cavolo, sono proprio ignorante in materia!) e abbiamo trovato un sentierino molto carino, dove probabilmente le famose zanzare tigre si sono più che saziate. Noi invece abbiamo optato per una pizzeria a 4 passi dal ristorante del pranzo: anche qui faccione stupito alla nostra richiesta di mangiare lì (boh!) e poi pizza con insalatona e crostini, a sorpresa, nel senso che non li avevamo ordinati, ma sono stati una piacevole aggiunta. E poi, devo dire, tutto molto economico, al contrario delle nostre catastrofiche previsioni!

Adesso devo veramente andare a farmi la doccia perché s’è fatto improvvisamente tardi e qui le strade restano sempre uguali, per cui bisogna uscire per tempo, e il pranzo non si fa da solo, per cui continuerò a scrivere appena posso.

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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