Attenta al cavo!

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“Ricordatevi di portare uno scolapasta se venite a vedere i fuochi, mi raccomando!”

A seguito del faccione stupito delle mie amiche mi ero affrettata a spiegare “per i gabbiani, non si sa mai, all’addetto alla riparazione dell’ascensore han quasi cavato un occhio”.
Nonostante questa premessa, le mie temerarie compagne d’avventure accettano di buon grado, salvo poi la defezione della mia amica di culla per motivi logistici su cui non mi soffermo… noi sappiamo!!! 😉
Restiamo io e Liny che tanto i fuochi saranno alle 22.30 come l’anno scorso per cui si cazzeggia pesantemente e nel contempo ci si sbafa mezza torta gelato alla frutta col pan di spagna finché… toh, cosa sono questi bottini sfigatini in lontananza? Saranno mica i fuochi, non è troppo presto? Andiamo a dare un’occhiata perlustrativa.

Che ne sapevo io di ciò che stava per accadere???

Usciamo furtive sul tetto di casa mia, armate di cellulare per fare un po’ di luce e macchine fotografiche. Iniziamo il percorso mentre io mi prodigo di avvisare Liny della presenza dei cavi tesi, in modo che non inciampi: “ecco vedi, questi cavi bianchi qui, sta attenta a non cadere…”.

Ally, dove sei finita???

Ecco -ehm- Ally è quel grazioso fagotto sfracellato sul lastrico. Perché sì, tutti i cavi hanno intorno una preziosa plastichina bianca di protezione come stavo spiegando, tutti tranne uno ovviamente, l’unico maledettissimo cavo d’acciaio che mi ha segato la carne all’altezza delle caviglie e mi ha fatto fare un ruzzolone degno delle ben più famose prodezze di Chester Bennington, noto per farsi malissimo un concerto sì ed uno no.

Bacheca su Facebook © leeliah99.altervista.org
Bacheca su Facebook © leeliah99.altervista.org

Mentre Liny trattiene a stento la ridariola e cerca di aiutarmi, io realizzo che sono ancora tutta intera e poco dolorante, per cui mi compiaccio di essere indistruttibile e mi secca solo di constatare che quest’anno niente fuochi da immortalare. Mentre scrutiamo deluse l’orizzonte mi accorgo di sentire una strana sensazione di umidiccio sul polso, al che mi faccio luce col display del cellulare e scorgo nella penombra un agguerrito rivolo di sangue che mi sta decorando il braccio. Porca pupazza! Avviso Liny, rientriamo facendo zig-zag tra gli infidi ostacoli ed una volta in bagno capisco che poteva andarmi peggio, ma non era comunque andata troppo bene.

Appena il giorno successivo realizzo appieno la situazione: la caviglia sinistra è martoriata, il ginocchio sinistro racchiude tutti i colori dell’arcobaleno e mi fa un male bestia, la spalla destra si è presa una botta mica da ridere visto che ci sono finita sopra con tutto il peso ed infine il polso sinistro con il quale avevo istintivamente cercato di attutire la caduta è più o meno nelle stesse condizioni della caviglia. In più ho un mezzo sfregio sulla guancia che mi fa sembrare reduce di una rissa.

Da quella sera a tutt’oggi è stato tutto un tripudio di prese per i fondelli da parte di chiunque, mascherato neanche troppo abilmente da sincera preoccupazione per le mie condizioni.
Ecco perché quando sabato sera Liny mi intima di aspettare a scendere dalla macchina appena parcheggiata io me ne impippo altamente e spalanco con boria la portiera per realizzare che… se avessi fatto un passo appena più lungo del solito sarei finita direttamente in mare.

Bene così, poi non ditemi che sono imbranata io però, neanche mi ribaltassi ogni secondo giorno!
Lo scherno è continuato in presa diretta su Facebook finché non ho avuto la geniale idea di fingere un improvvisato fidanzamento per depistare tutti quanti: da due giorni sono ufficialmente Ally Murdock, avendo deciso che 29 anni di amore incondizionato verso il meraviglioso pilota dell’A-Team erano più che sufficienti per convolare a giuste nozze. È stato messo agli atti anche che i confetti esistono in due versioni: col ripieno di tofu fritto per la gioia della mia amica di culla che lo aborre oppure di bagigi per la gioia del mio maritino (chi non capisce ma ci terrebbe a risolvere il mistero, dopo aver scoperto cosa vuol dire bagigio in triestino può leggersi questo, che male non fa!).

Serata da Giannetto © leeliah99.altervista.org
Serata da Giannetto

Fortuna vuole che la sottoscritta sia attualmente in possesso di prove compromettenti comprensive di sms e foto scattate sabato sera da Giannetto (noto locale triestino che deve il nome al fatto che Giannetto ci festeggia il compleanno scatenandosi in pista con movimenti pelvici che neanche Dirty Dancing ha osato tanto!) con cui sono pronta a ricattare soprattutto la mia amica di culla che dopo avermi fatto da testimone al matrimonio ora sta cercando di convincermi che è giunto il momento di assecondare il mio Io pazzerello e decidere finalmente di tingermi i capelli di rosso. Sia mai che le dò retta, spero solo di non diventare di nuovo arancione come al precedente fallitissimo tentativo al primo anno di università.

3 commenti

    • Concordo! 😉
      Puoi prenderti anche quelli della mia amica di culla, tanto lei vuole solo quelli ai bagigi.

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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