L’apparente debolezza di una decisione

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A farmi perdere il mercatino di Natale Francese quest’anno ci ha pensato l’influenza, quella subdola che nasce un poco strisciando e ti delizia con un 39.5° così, alla chetichella, in una sera apparentemente innocua, lasciandoti quantomeno perplessa.
Assieme al febbrone è arrivata anche la bora, a cui ho prontamente dato la colpa della mia infreddatura, pur consapevole che si tratti di un’ingiusta accusa. La bora però un crimine l’ha sicuramente commesso: la mia amatissima piantina di Mirabilis Jalapa (bella di notte), cresciuta con sprezzo del pericolo dai semini raccolti nel Parco di San Giovanni, non ha potuto far fronte alle raffiche a 100+km/h e mi ha lasciata sola, con la speranza che dai suoi semi già trapiantati nascerà a sua volta una nuova pianta.

Bella di notte sul terrazzo © leeliah99.altervista.org
La (fu) piantina di bella di notte sul terrazzo

Poco male per il mercatino: domani inizia dicembre e, con l’avvicinarsi del Natale, in quanto a mercatini natalizi qui a Trieste non ci facciamo mancare niente. Rimedierò.

Mentre bollivo durante i giorni con l’influenza e non facevo molto altro che mettermi pezzette bagnate sulla fronte, soffiarmi il naso e bere tisane di zenzero, ho partorito una decisione piuttosto sofferta (d’altronde, già il termine partorire rende l’idea che non sia stata una passeggiata): ho chiesto un paio di mesi di aspettativa e ho saputo già che la richiesta è stata accettata. Le intenzioni sono le migliori, sia per quanto riguarda l’aspetto prettamente lavorativo che la mia vita in senso più generale: al di là di pormi i classici quesiti esistenziali e meditare sulle origini del mondo e del male, vorrei più seriamente solo stare meglio. L’altrettanto classico bandolo della matassa è tuttora ingarbugliatissimo, ma ho un progetto che mi frulla in testa da un po’ di tempo ed è un ottimo segno. Ho bisogno di sentirmi motivata e credo di aver trovato una strada che ho voglia di provare a percorrere.

Dicembre è un mese strambo: arriva il freddo, si accendono le luminarie nelle strade, inizia l’invasione più o meno pacifica dei panettoni, tutti aspettano i giorni di festa con grande aspettativa, ma per me c’è sempre quel retrogusto di malinconia e solitudine che emerge puntuale. Mi lascio intristire ogni anno dalle pubblicità con le famiglie riunite ad un grande tavolo per il cenone, trovando difficile mettere a tacere la vocina dell’invidia, ma mi distraggo concentrandomi sul rinnovare un piccolo desiderio, anche questo ripetuto immancabilmente: un po’ di neve.

Intanto procedo con la mia tabella di marcia: domani è ufficialmente il primo giorno di questi due mesi di pausa ponderata, quindi mi rimbocco le maniche, prendo fiato e che inizi l’avventura!

La scalinata verso il Castello © leeliah99.altervista.org
Tante scale, tanta salita

4 commenti

  1. Qualunque sia il nuovo progetto, in bocca al lupo! Trovare la forza, raccogliere i pensieri e ripartire è sempre meraviglioso ma ci vuole tempo e un gran coraggio. La fine dell’anno, le lucine e le feste fanno di dicembre un buon mese per chiudere porte e iniziare nuovi percorsi! 🙂
    Hai dei sostenitori qui! 😀

    Abbracci assolati :*
    Camilla

    • Dicembre e gennaio si prestano molto bene a progetti chiudi una porta, apri una porta.
      Wow, ho dei fan!!! 😁 Grazie Camilla, oggi splende il sole anche qui, quindi posso mandarti anch’io un abbraccio assolato.

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Ally Leeliah

Scrivo della mia città, dei libri che leggo, dei film il cui finale mi delude, di blog e videogiochi, di piante e mercatini, del mio parco preferito dove vado a passeggiare e fotografare o schiarirmi le idee, delle mie tribolazioni. Benvenuti!

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